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Il budget in banca e le pressioni commerciali, ecco cosa devi sapere

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Il budget in banca

Il budget in banca è la causa principale delle spiacevoli vicende accadute ai risparmiatori negli ultimi anni.

Il budget in banca ormai condiziona tutte le proposte fatte allo sportello ai malcapitati clienti.

Ecco un episodio che conferma e avvalora questa tesi. Qualche giorno fa, in qualità di consulente di una mia cliente ultra ottantenne mi sono recato in banca, chiamato dalla nuova direttrice della filiale. Premetto che si trattava di una primaria banca italiana nel centro città di Mantova, quindi non si trattava dell’agenzia sperduta del paesello, in cui dipendenti fanno un po’ di tutto.

Il budget in banca, pressioni commerciali
Il budget in banca

Mi riceve assieme ad una collega e dopo qualche convenevole di circostanza mi fa accomodare e dice: “Sappiamo che lei è il consulente della sig.ra Maria (nome di fantasia). Analizzando gli investimenti della cliente abbiamo notato che non c’è nessun prodotto driver della banca“. Driver cosa?…  mi sono chiesto tra me e me? Alla mia richiesta di spiegazioni la direttrice mi ha spiegato che si trattava dei cosiddetti “prodotti guida“, ossia quelli creati direttamente dalla banca.

Avendo lavorato in banca per 17 anni, ho capito subito che si trattava dei prodotti su cui la banca guadagna di più!!!

Cominciavo a comprendere il vero motivo dell’invito, ma sino a quel momento mi ero mostrato disponibile ad ascoltarle. La mia cliente, che ha buone disponibilità, anche in considerazione dell’età, ha fatto nel tempo investimenti composti esclusivamente da obbligazioni ad elevato rating che garantiscono buoni flussi regolari e costanti.

Una diversificazione invidiabile per i tempi che corrono che non necessita di cambiamenti.

Sfortunatamente per la banca sono tutti prodotti che non fanno guadagnare gli istituti di credito!!!

Ecco quindi il tentativo un po’ goffo, ma esplicito, di invitarci in banca per tentare di farci vendere ciò che c’era in Portafoglio e proporre “prodotti driver” come li chiama la banca. La Direzione della banca pressa i dipendenti con campagne commerciali continue e gli sportellisti devono darsi da fare per raggiungere i budget, piazzando ai clienti prodotti che per loro stessi non acquisterebbero mai!

Tra i prodotti proposti non ce n’era nemmeno uno che giustificasse la vendita degli strumenti finanziari presenti in portafoglio. Alle mie neanche tanto velate rimostranze, le due bancarie hanno risposto con un “è un momento particolare, i prodotti che ha in portafoglio la signora sono rischiosi (!!!! ma dove??), mentre i prodotti della banca offrono la massima garanzia e sicurezza anche perché seguiti direttamente da gestori specializzati.

Il mio primo pensiero è stato che le mie interlocutrici fossero “completamente fuori”!

Hanno proposto due prodotti:

  • una polizza assicurativa indicizzata ai mercati azionari;
  • un’obbligazione a cinque anni che rende molto meno di un titolo di Stato e che scadrebbe quando la cliente avrebbe oltre novant’anni!!

Ho avuto l’ennesima conferma di come funzionano le cose oggi in banca o meglio di come non funzionino proprio! Noncuranti dell’età, delle esigenze e degli obiettivi dei clienti, a chiunque si propongono le stesse cose, in nome del budget e dell’esigenza di piazzare prodotti.

Tali prodotti sono remunerativi esclusivamente per chi li colloca e mai per chi li sottoscrive.

Ciò che mi ha fatto pensare è che le impiegate della banca non si sono minimamente interessate alla mia cliente, alla eventuale necessità di pianificare la successione, ma si sono unicamente concentrate sul loro bisogno di vendere prodotti per raggiungere il budget della banca.

A quanti clienti delle banche ogni giorno accade questo? E’ questo il tipo di rapporto che cerchi dalla tua banca?

La mia cliente non ha problemi perché già seguita da un consulente finanziario indipendente, ma quanti clienti inconsapevolmente cedono alle pressioni commerciali della banca? Quanti investitori continuano a sottoscrivere tutto ciò che viene loro proposto, senza aver alcuna idea se sia efficiente e soprattutto adatto alle loro esigenze?

Finché sarà il budget in banca a condizionare le proposte allo sportello, per i clienti ci sarà poco da stare allegri…

Fabrizio Taccuso | Consulenza Vincente

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7 Responses

  1. Purtroppo non è solo la tua esperienza. Io ho addirittura trovato nel dossier titoli di un mio cliente 83enne (livello di rischio medio-basso) un certificate di durata 6anni beatamente classificato come derivato dal quale ricaverà ben poco, sperando che alla scadenza sia ancora in vita …
    Grazie per quanto hai scritto e porterò la tua esperienza nel mio blog affinchè raggiunga il maggior numero possibile di risparmiatori.

    1. Nel mondo della finanza esistono vari soggetti che si interfacciano con i clienti. L’importante, dal punto di vista del cliente, è capire da chi è pagata la persone con cui interloquisce. Se è pagato da altri come il dipendente della banca, il private Banker o dalle società di “promozione finanziaria” in prima battuta farà gli interessi di quei soggetti. Se è un consulente indipendente la remunerazione deriva esclusivamente dalla parcella del cliente che lo paga, quindi metterà al primo posto l’interesse del suo cliente. Particolare da NON TRASCURARE il cliente che si avvale di un consulente indipendente PAGA SEMPRE MOLTO DI MENO e in modo TRASPARENTE rispetto all’andare in banca o dal Consulente abilitato all’offerta fuori sede (ex promotore finanziario).

    2. Buongiorno Alessandra, non esistono i promotori broker. Forse ha mescolato due figure tra loro diverse. I promotori finanziari, che ora si chiamano “consulenti” abilitati all’offerta fuori sede sono tecnicamente agenti di commercio che collocano i prodotti di una mandante (Fideuram, Azimut, Mediolanum, San Paolo Invest ecc). Dalle mandanti ricevono provvigioni sui prodotti collocati, quindi sono in conflitto di interessi. Il broker è una figura che appartiene al mondo assicurativo e viene remunerato dalle compagnie assicurative per le quali colloca i prodotti. Forse lei si riferisce al consulente indipendente (autonomo) che è un libero professionista pagato esclusivamente a parcella dai clienti. Non colloca prodotti, quindi non ha conflitto di interessi, anzi gli interessi del cliente sono allineati con quelli dei consulente, dal momento che lavora sulla base di un contratto annuale di consulenza, quindi ha tutto l’interesse a far bene!

  2. Buonasera Fabrizio,
    Lavoro da circa 20 anni in banca, attualmente ricopro il ruolo di gestore investimenti per un importante gruppo bancario. Ahimé mi rivedo nella situazione vissuta nell’incontro avuto con le due colleghe di banca.
    Sono assolutamente d’accordo che finché ci saranno i budget a condizionare le proposte allo sportello, non solo i clienti devono prestare maggiore attenzione, ma anche i consulenti e i dipendenti delle banche seri, professionali e attenti all’interesse dei clienti stessi soffrono e provano disgusto per questo modo di fare banca. Personalmente sono stanco di essere valutato e giudicato solo se porto a casa i cosiddetti “numeri”

    1. Buongiorno Luca, purtroppo la tua realtà è la stessa vissuta ogni giorno da un sacco di persone in gamba che sono entrate in banca per passione e che oggi si ritrovano a lavorare in un contesto radicalmente modificato. La logica del budget prevale sempre. Alcuni strumenti come gli ETF non sono nemmeno presi in considerazione, solo fondi, gestioni patrimoniali e polizze. Certo che dopo anni come il 2020, il 2022 e anche il 2023 per i portafogli dei clienti è una devastazione totale! In bocca al lupo!

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