Per rendimenti super intendiamo le azioni che presentano il miglior rendimento, definito anche dividend yield, ossia la percentuale di dividendo versata agli azionisti in rapporto al prezzo corrente dell’azione in Borsa.
Ho parlato di rendimenti super, quindi di titoli azionari che distribuiscono dividendi con rendimenti super nel numero di Plus 24 in edicola lo scorso weekend.
Come accennato in articoli precedenti, le Banche Centrali hanno inondato i mercati di liquidità. Uno degli effetti è stato quello di portare i tassi di mercato a zero. In questo periodo ci sono anomalie che raramente si sono riscontrate nella storia. Il Bund (titolo di stato tedesco) con scadenza a cinque anni ha un rendimento negativo; gli stessi Btp a dieci anni hanno un rendimento lordo dell’1,80%.
Da parte degli investitori è sentita la necessità di trovare opportunità di investimento alternative. Una di queste è rappresentata dalle azioni con il più alto dividend yield.
Si tratta di azioni che offrono un rendimento più elevato sulla base dell’ultima cedola distribuita.
Riporto integralmente il nostro intervento: “l’alto dividend yield si basa su dati del passato che non è detto vengano confermati in futuro. Infatti ci sono settori come quello petrolifero che hanno storicamente garantito alti dividendi. Quest’anno con tutta probabilità non saranno in grado di mantenerli, dato che il prezzo del petrolio si è dimezzato in sei mesi. Occorre quindi guardare anche alla storia aziendale ed al settore in cui essa opera. Eni è una storia interessante. A questi valori potrebbe fare meglio dei competitor in quanto il business della società non si concentra solo sui margini di raffinazione.
Anche società come Snam e Terna che operano in campi anti-ciclici in questa fase di turbolenza sono interessanti. Non dimenticherei una storia come Gtech, che ha realizzato nuove acquisizioni e potrebbe veder crescere i profitti”.
Va precisato che tale approccio è adatto a chi ha un approccio ai mercati da cassettista.
Probabilmente il 2015 sarà un anno piuttosto volatile, con forti oscillazioni di prezzo, come peraltro già stiamo verificando in questi primi giorni di gennaio. Ritengo pertanto più proficua una strategia di portafoglio dinamica che approfitta delle forti oscillazioni, comprando nelle fasi di forte calo, per poi prendere profitto ed alleggerire sui successivi rialzi.
Per approfondire l’argomento Ti invito a contattarci.
Fabrizio Taccuso