Convertendo Bpm: la Banca Popolare di Milano anticipa di 18 mesi la conversione delle obbligazioni 2013 6,75% regalando il 90% di perdite ai risparmiatori.
Si fa un gran parlare di trasparenza in banca, ma passano gli anni e non cambia nulla, anzi! Si creano iniziative di facciata a tutela dei Risparmiatori come Patti Chiari, si introduce la Mifid, ma alla fine la sostanza è sempre la stessa. Ogni volta si inventano prodotti nuovi per fregare meglio i clienti! Dopo il My Way e il For You, i bond Parmalat, Cirio, Lehman e le Index con sottostanti le banche islandesi, solo per citare i casi più eclatanti, ora è la volta del Convertendo BPM.
Per i non addetti ai lavori, precisiamo che a giugno 2009 la Banca Popolare di Milano ha emesso un’obbligazione (codice Isin IT0004504046). Contrariamente a quanto accade di solito, alla scadenza non prevedeva il rimborso in contanti, ma in azioni della Banca Popolare di Milano (BPM). Evidentemente non si trattava di una tranquilla obbligazione, come credeva la maggior parte dei Risparmiatori, ma di un acquisto di azioni alla scadenza (in teoria) del Prestito Obbligazionario. Di conseguenza il target di tale offerta era un risparmiatore esperto, evoluto da un punto di vista finanziario e consapevole di accettare un rischio elevato.
Peccato che i vertici della Banca, come spesso succede, abbiano dato input a cascata di spingere il collocamento di questo prodotto in modo massiccio. Infatti è stato proposto indistintamente a tutti clienti della banca. In taluni casi, come rilevato dalla Consob, che ha multato i dirigenti della Bpm per pratiche commerciali scorrette, si è arrivati persino a modificare i profili di rischio dei clienti. In questo modo si riusciva a fare sottoscrivere loro il Convertendo.
Un altro caso da cui traspare evidente l’assoluta inutilità della Mifid, valida soltanto per tutelare le banche a scapito dei clienti.
Ma non è finita qui!! La Banca ha deciso di convertire in anticipo, rispetto alla scadenza prevista del 2013, il Prestito Obbligazionario in azioni al valore di 2,71 euro. Peccato che le stesse oggi valgano sul mercato 0,31 euro! In pratica i risparmiatori si ritrovano in Portafoglio una somma pari al 10% del valore investito solo due anni fa, alla faccia della tanto sbandierata trasparenza bancaria!
Anche in questo caso sorge spontanea una domanda: come mai la gente dedica cosi’ poco tempo ed attenzioni alla cura e gestione dei propri quattrini?
Fabrizio Taccuso
Una risposta
fateli restituire al promotore dell operazione,si devono rendere conto che lor signori lavorano grazie ai risparmiatori,noi sbagliamo paghiamo,loro noooooo