Crollo delle Borse di inizio anno ha bruciato in un paio di mesi i guadagni degli ultimi tre anni e sta mettendo a dura prova investitori ed addetti ai lavori.
Si dice che i mercati salgono per le scale e scendono per l’ascensore. In questi momenti di panico, l’emotività e la paura possono giocare brutti scherzi e far compiere scelte sbagliate.
Abbiamo ricevuto parecchie telefonate e mail di persone spaventate. Ci chiedono spiegazioni e spesso anche un check up gratuito del Portafoglio. Nella quasi totalità dei casi, notiamo che i Portafogli sono costruiti senza una logica di fondo e soprattutto senza tener conto dei rischi. Agli eventi che organizziamo in giro per l’Italia denominati “L’Aperitivo del buon investitore”, partecipano tante persone che sono disorientate. Non trovano più dalla propria banca e dal promotore di fiducia risposte e un servizio adeguati.
In pratica la discesa dei mercati ha messo a nudo tutte le criticità di un sistema finanziario che da anni antepone sistematicamente i propri interessi a quelli degli investitori.
Gli interventi di Mario Draghi e delle Banche Centrali hanno consentito un po’ a tutti negli ultimi anni di ottenere facilmente rendimenti positivi, noncuranti del rischio. Le Borse che salivano ed i tassi che scendevano mascheravano gli abbondanti costi (sino al 4-5% all’anno) insiti nei prodotti collocati dalla banca e dalle reti. Ma appena è cambiato il vento è crollato tutto come un castello di sabbia. Al danno, derivante dai cali dei mercati, si è aggiunta la beffa di costi salatissimi.
Sino al mese di gennaio ci scrivevano persone che chiedevano la costruzione di portafogli che rendessero il 10% all’anno!
Nessuno si è mai chiesto però con quali rischi! Dopo l’ubriacatura collettiva di anni di eccessi, ci si è risvegliati di colpo. Come leggevo su un sito amico “In questi anni di “banche centrali grasse” la mentalità dell’investitore medio è stata “compro cacca e faccio rendimento”. Ma con la consapevolezza di fare rendimento e non di comprare cacca. In fondo qualsiasi cosa venisse comprata, saliva (bond e azioni)! Quindi anche il più sempliciotto degli investitori poteva fare rendimento credendo poi di essere Gordon Gekko”.
E ora che fare? Ecco 3 consigli pratici:
- La prima regola è avere una buona diversificazione degli investimenti. Questo significa non solo non concentrare tutto il patrimonio in pochi strumenti. E’ opportuno investire in aree geografiche diverse, asset class diverse (azioni, obbligazioni, liquidità, valute, materie prime) e utilizzare strategie di investimento innovative (ad esempio absolute return). Nel 2016, almeno nella prima parte dell’anno, l’obiettivo principale sarà preservare il capitale. E per far questo è fondamentale tenere sotto controllo il rischio complessivo del Portafoglio!
- In seconda battuta occorre comporre il portafoglio con strumenti semplici. E comprendere le caratteristiche. Devono essere quotati su mercati ufficiali, in modo da tenerne facilmente monitorato l’andamento. Quindi bisogna eliminare prodotti costosi ed inefficienti che bruciano ricchezza anno dopo anno. Ci riferiamo ad esempio ai fondi comuni a cedola che in questi anni hanno incontrato il favore dei risparmiatori. Erroneamente li associano all’idea dei titoli di Stato, con la cedola e la scadenza. La differenza però è che lo Stato paga comunque la cedola e a scadenza rimborsa il capitale a 100. Se, invece il rendimento, del fondo non è tale da sostenere il pagamento della cedola, questa viene erogata attingendo dal capitale investito. Lo stesso discorso vale per le polizze assicurative di ramo terzo, le famigerate unit linked, che hanno costi esorbitanti all’ingresso e commissione di gestione annue altissime.
- Terzo aspetto: una valida pianificazione finanziaria basata su esigenze e obiettivi di vita e non farsi prendere dall’emotività del momento. Noi di Consulenza Vincente, pensiamo che il consulente finanziario debba essere anche un bravo coach. In queste fasi, caratterizzate dal crollo delle Borse, cerchiamo di essere ancora più vicini ai nostri clienti, di aiutarli a capire cosa sta succedendo. Devono sentire che ci siamo e non li abbandoniamo proprio nel momento in cui hanno più bisogno di noi. E’ fondamentale nella nostra professione essere in grado di rassicurare i risparmiatori e per farlo servono parole e concetti semplici e chiari.
Troppo spesso l’industria finanziaria utilizza termini e concetti difficili da comprendere. E non c’è trasparenza nei prodotti che vengono collocati allo sportello.
Forti dell’asimmetria informativa, in banca ci sono persone più interessate a vendere prodotti, anziché a trasferire informazioni e conoscenze alla clientela. Le persone sono state mantenute volutamente ignoranti da un sistema che dà incentivi ai bancari che vendono prodotti della banca. Ormai l’impiegato della banca è paragonabile ad un commesso di un negozio. E’ evidente che ti dirà sempre che il vestito che ti sta consigliando ti sta bene!
Senza un piano ed una strategia non si va da nessuna parte.
Il compito di un bravo consulente finanziario indipendente deve essere quello di mantenere il cliente sulla rotta che era stata pianificata, implementando la strategia con aggiustamenti tattici periodici. Solo in questo modo si possono limitare i danni derivanti dal crollo delle Borse. Come diceva Seneca “non esiste vento favorevole per il marinaio che non sa dove andare”.