Il mattone crolla! E porta con sè anche la convinzione di tanti italiani che l’investimento nel mattone paga sempre ed il suo ritorno è sempre superiore a qualsiasi investimento finanziario.
Sono sempre stato convinto che si trattasse di una sciocchezza! La convinzione è basata più su aspetti emotivi e psicologici; il valore degli immobili non è espresso da una quotazione giornaliera su un mercato ufficiale, come avviene per azioni e obbligazioni.
Le recenti statistiche avvalorano ancora di più questa mia convinzione! In settimana un articolo di Repubblica dice “a memoria d’uomo, non s’era mai visto nulla del genere, il mattone, l’investimento preferito dagli italiani, quello che in teoria non dovrebbe tradire mai, è entrato in coma.
I dati della crisi sono impietosi:
- – 33% di compravendite rispetto a prima del 2008;
- – 40% nuova produzione;
- – 21% sui prezzi (media nazionale)
La novità è che non stiamo parlando di interventi pubblici in infrastrutture che, si sa, in questi ultimi anni, sono andati scemando per i noti problemi di bilancio. Qui stiamo parlando per lo più degli investimenti dei privati e in particolare delle famiglie. Si è improvvisamente spezzato il “cerchio magico” che ha sempre foraggiato quest’attività economica. Il desiderio di cambiare casa per una più bella o di comprarsene una appena formata una nuova famiglia o anche solo per investimento, tanto poi ci avrebbe pensato il semplice scorrere del tempo a dare una bella remunerazione sotto forma di capital gain.
La cosa più strana in questa situazione è che – in mezzo alla crisi dei mercati azionari e poi anche dei classici titoli di Stato – nessuno (o comunque pochi, tanto da non essere in grado di invertire un trend discendente) ha finora pensato di buttarsi sul classico mattone.
Neppure la casa, in questo impazzimento dei mercati, è sembrata un porto sicuro!
Sono gli stessi dati elaborati ai primi di novembre dalla ricerca congiunturale della Banca d’Italia a dimostrare che il 40 per cento degli acquirenti ritiene che i prezzi nel prossimo futuro dovrebbero scendere. Perché dunque farlo adesso? Meglio attendere. Una specie di deflazione del mattone”.
E’ doveroso aggiungere, inoltre, che a questi fattori si aggiunge anche la politica adottata dalle banche. Negli ultimi tempo si sono fatte più guardinghe:
- hanno problemi di liquidità;
- tendono a concedere i mutui con il bilancino sia alle imprese che alle famiglie.
C’è anche un problema di costo del mutuo: la gente è disorientata, legge che i tassi ufficiali sono scesi ed è vero, ma le banche hanno alzato il costo del prestito con uno spread più alto! Oggi si arriva in certi casi anche al 3/4 per cento contro l’1,30/1,40 del giugno scorso.
L’obiettivo di chi acquistava la seconda casa come investimento e la dava in affitto, è sempre stato quello di ottenere una rendita attorno al 5%. Peccato che oggi non vi sia più questa certezza! Il valore degli immobili si deprezzerà ancora per qualche anno, tanta gente non riesce e sempre di più farà fatica a pagare l’affitto.
Attenti anche qui all’asimmetria informativa. Vale la pena sempre e comunque acquistare immobili? Vale la pena di incorrere in rischi di svalutazione del capitale, spese di ICI, eventuale spese di ristrutturazione? Oggi un titolo di Stato o una buona obbligazione rendono almeno il 6%…
Fabrizio Taccuso