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Monte dei Paschi, una storia italiana

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Monte dei Paschi, una storia italiana

Monte dei Paschi di Siena è la più antica banca italiana. E’ nata nel 1472 come monte di pietà per dare aiuto alle classi disagiate della popolazione della città di Siena. E’ ritenuta anche la più longeva banca al mondo.

Monte dei Paschi, una storia italiana
Monte dei Paschi, una storia italiana

Le vicende degli ultimi anni hanno certamente oscurato il blasone di questa banca. Qualche anno fa Monte dei Paschi ha iniziato una campagna di acquisizioni rilevando diverse banche locali. Tra queste anche la banca  principale di Mantova, la mia città.

E’ il 20 febbraio 1999. Sotto un gigantesco tendone allestito alle porte di Mantova, migliaia di soci della Banca Agricola Mantovana, una banca sana e molto radicata nel territorio locale, sono chiamati a votare si o no alla trasformazione della banca in Spa. Si deve dar seguito all’Opa che nel dicembre del ’98 il Monte dei Paschi aveva lanciato sull’istituto mantovano.

Da una parte c’è la finanza rossa senese ed un gruppo di industriali mantovani capeggiati da Marcegaglia, Colaninno, Freddi, Frati la cui unica logica è quella del business della speculazione finanziaria. Dall’altra parte ci sono gli interessi di un’intera città e di tutti i dipendenti e soci della banca.

Nelle assemblee delle banche popolari vale il principio “ogni testa un voto“, a prescindere dalle azioni possedute. La cordata dei senesi ha organizzato da tutta Italia gite gratuite a Mantova in cambio del voto a loro favore. Quel giorno centinaia di pulman si riversano nella città dei Gonzaga. Alla fine la spunterà Siena con il 58% dei voti.

Questa fu l’origine di tutti i mali della vecchia Banca Agricola Mantovana e di tutti i suoi dipendenti.

Un management più lungimirante e meno “interessato” avrebbe garantito sicuramente un futuro migliore favorendo una integrazione alla pari con altre banche popolari. D’allora è stata un’escalation al contrario. I dirigenti senesi che si sono succeduti sono stati senza dubbio campioni di distruzione del patrimonio della banca.

Sempre nel 1999 il Monte dei Paschi acquista Banca 121, una banchetta del Salento che doveva essere la prima banca telematica. La testimonial era Sharon Stone. Già allora si inizia ad accontentare padrini e referenti politici comprando la banca da un gruppo di famiglie pugliesi. Banca 121 verrà pagata 1,3 miliardi di euro (Ras e San Paolo ne avevano offerti al max 400). Banca 121 introduce la finanza strutturata ed ha il merito, si fa per dire, di aver inventato due prodotti:

Sono due sciagurati piani di accumulo appioppati ai clienti della banca attraverso contratti di finanziamento a rimborso rateale. I clienti di Banca Agricola Mantovana vengono inondati da questi prodotti spazzatura di cui ancora oggi si trova traccia nei portafogli.

Il capolavoro vero però arriva nel 2007 con l’acquisto di Banca Antonveneta.

E’ un clamoroso esempio di insipienza, manie di grandezza e commistione tra politica e finanza. La banca viene pagata quasi 10 miliardi di euro. Banco Santander l’aveva acquistata solo pochi mesi prima da Abn Amro pagandola 2,7 mld in meno. Mps all’epoca capitalizzava 9 miliardi.
Come premio per questo affarone del secolo, Mussari viene nominato presidente dell’Abi. Da qui in avanti la quotazione del titolo MPS crolla in Borsa del 90%, anche a seguito di due aumenti di capitale di oltre sette milioni di euro.

Negli ultimi anni la Banca continua a perdere redditività, fa indigestione di titoli di Stato al punto di arrivare a possederne addirittura 22 miliardi.

Negli ultimi giorni scoppia il nuovo scandalo legato alle operazioni “Santorini”, “Alexandria” e “Nota Italia”.

Santorini è relativa ad una partecipazione importante in Intesa San Paolo. Ha generato ingenti minusvalenze per tamponare le quali scatta una prima disastrosa operazione in derivati.
Nel 2009 scatta l’operazione Alexandria che si riferisce a dei CDO (Collateralized debt Obligation) garantiti da mutui ed obbligazioni aziendali che genererà una perdita di almeno 220 milioni sul bilancio 2012.
Nota Italia invece, a differenza delle altre due, è un investimento effettuato dalla Banca nel 2006 in un prodotto di credito strutturato. A questo prodotto era associata la vendita, da parte della Banca, di protezione sul rischio sovrano della Repubblica Italiana. In pratica incorporava un derivato avente come sottostante il rischio Italia.

E’ di venerdì scorso l’infuocata assemblea in cui è stato approvato a larghissima maggioranza l’aumento di capitale da 3,9 miliardi per i Monti Bond.

E’ composto da 3,5 miliardi di capitale e 400 milioni di interessi. Il Monte dei Paschi pagherà interessi piuttosto salati: il 9% nei primi due anni con un aumento dell’0,5% ogni due anni sino ad  un massimo del 15%.

Tempi duri attendono Profumo e Viola, rispettivamente amministratore delegato e presidente di Mps. E  tempi durissimi attendono i numerosi dipendenti del Monte, alle prese con minacce di esternalizzazione e pressioni commerciali fortissime.

Quelli a cui andrà peggio, però,  saranno i clienti gli azionisti della Banca.

Qualche qualche giorno fa una persona che conosco si lamentava dicendo: [su_quote cite=”un dipendente di MPS” image=””]Con che spirito e con che motivazioni andiamo al lavoro in questi giorni?  Da noi pretendono budget fortissimi per far guadagnare la banca. Poi loro perdono miliardi con operazioni sciagurate in derivati…. [/su_quote]

Una riflessione quanto mai legittima…

Fabrizio Taccuso 

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