Speravano in tanti che il giorno dell’Epifania potesse portare sollievo e soddisfazioni sui mercati finanziari, invece anche oggi è stata un’altra giornata negativa. E mentre il famigerato spread Btp/Bund viaggia stabilmente sopra i 520 punti, il nostro indice principale, il Ftse Mib ha perso lo 0,82%, con i titoli bancari che sono stati ancora fortemente penalizzati. Unicredit, ancora la peggiore, ha perso oltre l’11%! E’ impressionante il bilancio delle ultime sedute: in una sola settimana il titolo ha perso quasi il 40% della propria capitalizzazione! L’annunciato aumento di capitale che prenderà il via lunedi’, e le voci provenienti dall’Ungheria, in cui Unicredit è la quinta banca del paese, hanno pesato negativamente sulla principale banca italiana, la cui quotazione è tornata addirittura ai livelli del 1992. Allora il titolo si chiamava ancora Credito Italiano e l’Iri ne era il maggior azionista.
Certamente fanno molto discutere le modalità dell’aumento di capitale e la tempistica con cui è stato annunciato. Soci forti, come Blackrock che deteneva il 4% di Unicredit, contando evidentemente anche su informazioni riservate, hanno ridotto velocemente, e forse anche preventivamente, il loro possesso azionario, con l’intento di riacquistare le azioni post aumento, lucrando sul forte sconto del 43%. Cosi’ mentre le mani forti hanno pesantemente alleggerito, tutti i piccoli risparmiatori sono stati gravemente danneggiati e dovranno aspettare anni ed anni per ritornare, forse, in possesso del proprio capitale investito.
Non male per quella che secondo l’ex amministratore delegato Alessandro Profumo doveva diventare la miglior banca europea ed un modello da seguire per tutti.
Fabrizio Taccuso – Studio Andreoli & Taccuso – Mantova
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