Investire in ETF: vantaggi, costi e strategie d’investimento

Scopri cosa sono gli ETF, strumenti finanziari semplici e flessibili che ti permettono di investire su mercati diversificati, riducendo i rischi e contenendo i costi. Approfondisci come funzionano, quali sono i loro vantaggi rispetto ai fondi comuni e perché sono diventati un'opzione sempre più popolare tra gli investitori per costruire un portafoglio efficiente e flessibile.
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investire in etf

Investire in Etf è la soluzione più economica ed efficace per diversificare il tuo portafoglio.

Investire in Etf significa prendere posizione con un unico strumento su un intero Paese, un’area geografica o un settore. Attraverso gli Etf. oggi, puoi beneficiare di opportunità prima riservate solo agli investitori istituzionali.

Cosa sono gli Etf

ETF è l’acronimo di Exchange Traded Fund. Gli Etf sono strumenti semplici, flessibili e convenienti che consentono di diversificare i rischi. Sono una particolare tipologia di OICR (organismi di investimento collettivo del risparmio), ossia fondi comuni aperti a gestione passiva, negoziati in Borsa proprio come le azioni di una società quotata.

Gli Etf coniugano i vantaggi dei fondi comuni di investimento a quelli delle azioni. Sono fondi indicizzati, ossia gestiti in modo da replicare in modo accurato un indice. Quindi hanno l’obiettivo di replicare fedelmente l’andamento e il rendimento di attività finanziarie sottostanti (indici azionari, obbligazionari o di materie prime).

Attraverso gli Etf hai un’ampia diversificazione dell’investimento, evitando di concentrare il rischio su pochi titoli.

Quando sono nati i primi Etf

Gli ETF hanno rivoluzionato il modo con cui gli investitori gestiscono i propri investimenti. Nel 1990 al Toronto Stock Exchange è stato quotato il primo Etf che replicava l’andamento di un portafoglio formato dai principali 35 titoli della borsa canadese (indice TSE 35). Nel 1993 la banca d’investimento State Street Global Advisors lanciò il primo ETF statunitense, conosciuto come SPDR o “Spider”. Lo strumento replica l’andamento dell’S&P 500, il principale indice della borsa americana. Tutt’ora è uno dei principali ETF negoziati negli Stati Uniti.

A differenza dei fondi comuni di investimento (a gestione attiva), in cui il gestore ha un’ampia discrezionalità nel comprare titoli per generare un extra rendimento (alfa), quando acquisti un ETF sai già come saranno investiti i tuoi risparmi.

La performance non dipende dall’abilità di un gestore, ma dall’andamento dell’indice prescelto. In pratica se compri un Etf sul Ftse Mib e l’indice italiano sale del 10% nell’arco di un anno, la performance del tuo ETF sarà del 10%, al netto di un piccolo costo annuo di gestione.

Nel caso dei fondi comuni la sottoscrizione o liquidazione delle quote avviene una sola volta, al termine di ogni giornata, al NAV (Net Asset Value). Per gli Etf, invece, puoi inserire una proposta di negoziazione in ogni momento, con un limite di prezzo o al meglio. Il prezzo di un Etf varia non solo giornalmente, ma anche intraday; proprio come le azioni.

Gli Etf replicano l’andamento di un’attività finanziaria sottostante e non necessitano di un gestore. In questo modo hai un sensibile risparmio di costi.

Investire in Etf risulta quasi sempre vincente rispetto ai fondi comuni. Per questo motivo sono diventati gli strumenti di maggior successo negli ultimi anni.

I vantaggi degli Etf

La crescente popolarità raggiunta dagli Etf dimostra l’importanza che investitori e risparmiatori attribuiscono a questi strumenti. Ecco i principali vantaggi:

  • semplicità e chiarezza: il loro obiettivo consiste nella replica di un indice di riferimento (azionario, obbligazionario, monetario ecc.) o di una strategia di investimento. Ciò è possibile in modo semplice e rapido attraverso la negoziazione in tempo reale in Borsa, come avviene per le azioni. 
  • costi inferiori: la gestione passiva consente di abbattere i costi tipici della gestione attiva (legati agli analisti, gestori e alla distribuzione) permettendo l’accesso a mercati e a strategie altrimenti difficilmente raggiungibili con commissioni di gestione così ridotte;
  • diversificazione del rischio, evitando di concentrare l’intero investimento in unico titolo;
  • trasparenza: replicando un indice di mercato puoi facilmente conoscere le partecipazioni che compongono il portafoglio, il potenziale rendimento, il rischio, i costi. Inoltre il prezzo si aggiorna in tempo reale in funzione dell’andamento dei componenti dell’indice di riferimento e quindi in qualsiasi momento puoi conoscere la valorizzazione del tuo investimento in Etf.
  • flessibilità, la gamma degli strumenti disponibili è estremamente ampia. Pertanto puoi costruire il tuo portafoglio in base ai tuoi obiettivi finanziari, al tuo profilo di rischio e al tuo orizzonte temporale.

Dove puoi acquistare gli Etf?

Puoi acquistare gli Etf in qualsiasi sportello bancario. Sono strumenti quotati nelle Borse valori di tutto il mondo e in Italia nel segmento ETFplus, il mercato regolamentato gestito da Borsa Italiana dedicato alla negoziazione di Etf, Etc ed Etn.

Uno degli aspetti specifici degli Etf é la negoziabilità intraday. In pratica puoi inserire durante la giornata di apertura del mercato (dalle 9,00 alle 17,30) una proposta di negoziazione, con limite di prezzo o al meglio, come qualsiasi altro titolo azionario. Non esistono aste di apertura o di chiusura.

Le tipologie di Etf

Attraverso gli Etf puoi investire in tante classi di attività, temi, strategie, nazioni e regioni. La possibilità di investire in modo semplice ed efficiente in tipologie diverse di asset non è mai stata così facilmente accessibile. Questa ampiezza di scelta ti consente di creare un portafoglio che persegue obiettivi specifici. E se i tuoi obiettivi cambiano nel corso del tempo, con il mutare delle circostanze, il tuo portafoglio in Etf può essere modificato in modo facile e rapido con costi molto bassi.

Le varie asset class ti danno la possibilità di comporre un portafoglio completo, in quanto reagiscono in modo differente alle varie fasi di mercato. Tra le principali categorie abbiamo:

  • azionari;
  • obbligazionari;
  • monetari;
  • multi-asset;
  • immobiliari;
  • materie prime;
  • metalli preziosi

Etf azionari

Per quanto riguarda gli Etf azionari puoi investire in singoli stati o intere aree geografiche (Europa, Usa, Asia, Africa). Puoi investire in Etf settoriali o tematici (bancari, tecnologia, farmaceutici, utilities, Healthcare; Digital Healthcare, Intelligenza Artificiale, Cybersecurity, Auto elettriche, Cloud Computing, Acqua, Energie rinnovabili. Esistono Etf azionari con strategie varie (momentum, value, quality, bassa volatilità, piccole capitalizzazioni, dividendi, Esg).

Etf obbligazionari

Gli Etf obbligazionari sono diversificati almeno quanto il mercato azionario. Puoi investire in obbligazioni governative, in obbligazioni societarie italiane, dell’area euro, extra-euro, Paesi Emergenti.

Etf monetari

Gli Etf monetari ti consentono di preservare il capitale e valorizzare la tua liquidità che altrimenti rimarrebbe ferma e infruttifera sul tuo conto corrente bancario. 

Etf sulle materie prime

Con gli Etf sulle materie prime puoi partecipare alla crescita dei prezzi delle materie prime. Alcuni strumenti replicano il prezzo futuro e non quello spot. Per motivi regolamentari non esistono Etf nell’Unione Europea che replicano la performance di una singola materia prima. Gli investimenti su singole materie prime come oro o petrolio sono disponibili tramite gli Exchange Traded Commodity o ETC.

Il costo, il risparmio complessivo e le performance degli Etf

Il punto di forza che ha permesso agli Etf di avere successo sono i costi, nettamente inferiori rispetto ai tradizionali fondi comuni di investimento, ma anche alle gestioni patrimoniali.

Infatti quando parliamo di strumenti e prodotti finanziari, un occhio di riguardo va dato proprio ai costi. Anche se parliamo di pochi punti percentuali, nel medio e lungo periodo il loro impatto é decisamente rilevante.

Innanzitutto gli Etf sono esenti da costi di entrata e di uscita, a differenza dei prodotti che ti propone la banca.

L’indicatore che prendiamo in considerazione quando parliamo di costi é il Total Expense Ratio (TER). Il Ter è una percentuale che indica le spese ricorrenti annuali.

Il TER comprende:

  • costi di gestione, sostenuti dal gestore per replicare l’indice di riferimento;
  • commissione della banca depositaria per la custodia del titoli in un conto separato;
  • costi di distribuzione sostenuti per il marketing e la distribuzione del prodotto (brochure, volantini)
  • costi per i diritti da pagare per replicare un determinato indice di riferimento.

Nel caso degli Etf, il Ter é estremamente ridotto, variando dai 5 basis point (minimo) ai 70/80 (massimo) punti base l’anno. Il costo medio degli Etf é attualmente stimato in 0,27%.

Nel caso dei fondi comuni di investimento azionari il Ter, invece può arrivare anche sino al 3% ed oltre, una notevole differenza che, anno dopo anno, va a penalizzare il rendimento complessivo dei tuoi investimenti.

Investire in Etf - Ter annuo - costi di gestione,

Al Ter annuo devi sommare i costi di negoziazione o compravendita, gli stessi che applica la tua banca quando compri un’azione. Tali costi incidono sempre meno all’aumentare del periodo di mantenimento nel Portafoglio dello strumento finanziario.

Non è corretto utilizzare gli Etf per fare trading! Gli Etf sono strumenti da inserire in portafoglio in un’ottica di investimento strategica, quindi con un orizzonte temporale ampio. Ti suggerisco al riguardo la lettura del mio articolo che riguarda il Lazy Portfolio.

In caso di compravendita frequente devi considerare anche lo “spread denaro-lettera”, ossia il differenziale tra il prezzo in acquisto e in vendita dello strumento. Quando uno strumento è poco scambiato e con bassi volumi di negoziazione, lo spread denaro lettera può arrivare anche sino all’1%.

Puoi comprare anche una sola quota, quindi l’investimento minimo richiesto è di poche decine o centinaia di euro.

In sintesi il costo di un Etf è sempre nettamente inferiore rispetto al costo di un fondo comune.

Gli Etf battono nel 90% dei casi i fondi attivi della stessa categoria, sia al lordo che al netto dei costi.

All’atto pratico un portafoglio costruito da soli Etf è sempre più performante nel tempo degli investimenti che ti propone la banca costituiti da fondi, gestioni patrimoniali e polizze. Al riguardo ti consiglio anche di leggere gli articoli riguardanti il rendiconto Mifid e la parcella occulta

Investire in Etf: i meccanismi di replica

Come detto in precedenza, gli Etf sono fondi passivi e il loro obiettivo consiste nel replicare il più fedelmente possibile l’indice al quale fanno riferimento. A tal fine esistono diverse strategie funzionali al raggiungimento di questo risultato.

Possiamo sostanzialmente suddividerli in:

  • Etf a replica fisica;
  • Etf a replica sintetica

La replica fisica

Il metodo classico è quello della replica fisica. La società di gestione acquista e detiene direttamente tutti i titoli che compongono l’indice di riferimento (benchmark) in proporzione ai pesi che essi hanno nell’indice. In questo caso abbiamo una replica fisica completa e la performance dell’indice è sempre allineata a quella dell’indice di riferimento. Ciò è possibile nel caso di indici con pochi titoli al loro interno.

La “pesatura” dell’indice può essere:

  • value-weighted: ogni titolo pesa in proporzione alla capitalizzazione di mercato;
  • equally-weighted: ciascun titolo ha lo stesso peso nell’indice;
  • price-weighted: è il caso dell’indice Usa Dow Jones e del Nikkey 225 in cui il peso di un titolo dipende dal suo prezzo; pertanto i titoli con prezzi unitari elevati pesano di più;
  • free-float-weighted: è il caso dell’indice S&P 500 e del Ftse Mib. in cui il peso viene calcolato in base alla capitalizzazione, ma corretto per tenere conto del flottante, ossia il numero di azioni disponibili per la negoziazione.

Ci sono però casi in cui la replica fisica diventa piuttosto complessa o inefficiente in termini di costi gestionali. Ciò accade quando si tratta di replicare indici più vasti (ad esempio l’indice MSCI World o il Russell 2000 negli Usa).

In questo caso si effettua la replica fisica ottimizzata che prevede l’acquisto di un sotto-campione di titoli. Tale campione, di norma, viene selezionato in modo da includere i titoli più influenti e rappresentativi della performance dell’indice, tenendo conto della loro distribuzione in termini di:

  • settore;
  • capitalizzazione;
  • liquidità;
  • volatilità;
  • dividend yield, ed altre caratteristiche di investimento simili a quelle delle componenti dell’indice.

In questo modo l’ETF iShares Russell 2000, anziché detenere tutti e 2.000 i titoli dell’indice, ne detiene tra l’80% e il 90%. Copre il restante 10-20% del portafoglio tramite strumenti derivati come futures, opzioni, swap, o detenendo titoli non compresi nell’indice, ma che il gestore ritiene utili per migliorare l’allineamento tra performance dell’indice e quella dell’ETF.

La replica sintetica

Un ulteriore metodo di replica consiste nella replica sintetica. In questo caso la SGR non investe nel titoli del mercato sottostante, ma utilizza invece strumenti derivati come swap, futures o opzioni per replicare la performance dell’indice sottostante. L’emittente dell’ETF stipula un contratto con un intermediario finanziario, in genere una banca d’investimento, che si impegna a consegnare il rendimento dell’indice in cambio del pagamento di una commissione. In questo modo si crea una replica sintetica dell’indice sottostante.

Gli Etf sintetici sono in grado di replicare alcuni indici in modo più efficiente. Sono consigliati a chi vuole accedere a mercati difficilmente raggiungibili, ad esempio le obbligazioni di Paesi Emergenti o laddove gli Etf esistenti sono più costosi. Va sottolineato, però, che in questo caso esiste un rischio controparte. Il problema principale della replica sintetica è che i rendimenti dipendono dalla capacità della controparte di onorare il proprio impegno. Questo comporta un rischio che gli ETF a replica fisica non hanno, Quindi in linea di massima sono preferibili gli Etf a replica fisica, più sicuri e semplici anche da comprendere.

Etf a distribuzione, accumulazione e da dividendo

Un’altra classificazione degli Etf avviene in base a come vengono gestiti e distribuiti i redditi generati.

Nel caso degli ETF a distribuzione (o price return) ricevi periodicamente un pagamento in denaro derivante dai guadagni generati dagli strumenti finanziari detenuti dall’Etf. La distribuzione degli utili, che possono provenire da interessi, dividendi o altri redditi, avviene solitamente ogni 3, 6 o 12 mesi.

Gli ETF ad accumulazione (o total return) reinvestono gli utili nel portafoglio, acquistando ulteriori azioni o strumenti finanziari per aumentare l’esposizione al fondo e il suo valore complessivo.

Gli ETF da dividendo sono progettati per investire in azioni che pagano dividendi. Alcuni distribuiscono i dividendi direttamente agli investitori su base periodica, ad esempio con cadenza trimestrale o annuale. Altri, invece, possono reinvestirli in modo da aumentare il valore dell’investimento complessivo nel tempo.

Dagli Etf tradizionali a quelli innovativi

Con il passare del tempo, l’ecosistema degli ETF è stato oggetto di diverse innovazioni che hanno portato all’introduzione di prodotti con caratteristiche nuove rispetto agli ETF tradizionali.

Etf Short

Gli Etf Short sono comuni ETF con la differenza che la replica dell’indice avviene in maniera inversa. Il valore dell’ETF scende quando il suo indice benchmark sale e viceversa. Si utilizzano quando l’investitore vuole prendere posizione e guadagnare da un calo dell’indice sottostante. Tecnicamente, la replica inversa viene realizzata attraverso la vendita allo scoperto del sottostante preso in prestito.

Etf a leva

Gli ETF a leva, ETF leveraged, sono fondi negoziati in borsa che utilizzano strumenti derivati (futures, swap, opzioni) per amplificare i rendimenti giornalieri di un indice sottostante. In questo caso, la particolarità sta nel fatto che l’ETF amplifica la variazione del suo indice benchmark. Ad esempio, una leva 3x significa che quando l’indice guadagna in un giorno il 2%, l’ETF guadagnerà il 6%, e viceversa quando l’ETF perderà. L’effetto leva è realizzato attraverso l’indebitamento o attraverso strumenti finanziari derivati usati dal fondo, tali da amplificare l’esposizione del fondo e dell’investitore rispetto al capitale impiegato. Per esempio se investi 1000 Euro in un ETF con leva 3x, se l’indice sottostante aumenta del 10% in un sola sessione guadagni il 30% (Il tuo capitale diventa 1300 Euro). Tuttavia la leva finanziaria è molto rischiosa perché amplifica non solo i rendimenti, ma anche i rischi. Se l’indice diminuisce, l’ETF a leva subisce una perdita maggiore. Per questo non sono strumenti adatti a tutti gli investitori e nemmeno per investimenti a lungo termine.

Etf smart beta

Gli Etf smart beta rappresentano un’altra categoria interessante. Sono al confine tra gli Etf tradizionali e i fondi attivi. Hanno l’obiettivo di battere la performance dei classici indici di mercato oppure ottenere rendimenti simili a quelli dell’indice, ma sopportando meno rischi. Per fare questo, la selezione dei titoli e la loro ponderazione nel portafoglio non avvengono solo in base alla capitalizzazione di mercato, ma vengono introdotti altri fattori che si ritiene consentano di conseguire migliori risultati rispetto a quelli tradizionali.

I fattori più comunemente utilizzati ai fini della costruzione del portafoglio di un ETF smart beta sono:

  • il dividend yield, cioè il rapporto dividendo/prezzo;
  • il market-to-book ratio, cioè il rapporto tra valore di mercato e contabile del capitale proprio;
  • la volatilità del titolo;
  • il rapporto price/earnings, alcuni indicatori di redditività come ad esempio il ROE,
  • il momentum, cioè il trend di breve periodo del titolo (di norma fino agli ultimi 6 mesi) che si ritiene possa predire l’andamento futuro,
  • la dimensione della società.

Etf attivi

Infini ci sono gli Etf attivi, di più recente introduzione. Sono più vicini ai fondi comuni tradizionali, in quanto non si limitano a replicare indici, ma hanno un gestore impegnato in una asset allocation e in una selezione di titoli, proprio come il gestore di un fondo attivo.

Gli ETF attivi, dunque, variano dinamicamente la composizione tra azioni, obbligazioni, commodities, aree geografiche, divise, settori, livelli di merito creditizio, ecc., con l’obiettivo di conseguire un extra rendimento rispetto al benchmark e coerentemente con la loro politica di gestione.

Rispetto a quelli passivi classici, gli ETF attivi (e smart beta) sono più costosi, ma rimangono comunque molto più economici rispetto ai fondi comuni attivi tradizionali.

La fiscalità degli Etf

Gli ETF in Italia sono soggetti al regime fiscale previsto per la tassazione dei proventi da partecipazione degli Organismi d’Investimento Collettivo del Risparmio (OICR). Pertanto sono soggetti a un’aliquota sostitutiva del 26%, ad eccezione degli Etf che investono in titoli pubblici italiani ed equiparati e Stati esteri appartenenti alla cosiddetta White List. In questo caso la tassazione è del 12,50%.

Tutti i redditi degli Etf, quindi dividendi, interessi e plusvalenze sono considerati “redditi di capitale”, mentre le minusvalenze sono considerate “redditi diversi”.

In Italia possono essere compensati solamente redditi della stessa natura, per cui non è possibile compensare plusvalenze e minusvalenze realizzate attraverso gli ETF.

Le minusvalenze degli ETF (al pari di quelle dei fondi comuni di investimento) possono essere compensate con plusvalenze derivanti da altri strumenti finanziari come Azioni, Obbligazioni, Certificates, ETC, opzioni e futures.

Le plusvalenze da ETF non sono compensabili.

Gestione patrimoniale in Etf

Aprire una gestione patrimoniale in Etf, in regime gestito, ti consente di compensare plusvalenze e minusvalenze. Ciò significa che al 31 dicembre di ogni anno si calcolerà il risultato della gestione nel suo insieme e la base soggetta all’imposta sarà solo l’eccedenza positiva. In caso di risultato negativo hai diritto ad un credito d’imposta e la minusvalenza potrà essere riportata a nuovo fino al quarto anno fiscale successivo.

Come mai banche e reti di promozione finanziaria non propongono gli Etf?

Gli Etf sono strumenti che non fanno guadagnare chi li colloca!

Quindi cercano di dissuaderti dal comprarli, dando spesso risposte senza senso! Ad esempio ti raccontano che sono strumenti rischiosi…

Banche e reti di promozione finanziaria guadagnano in base alle commissioni di vendita dei prodotti finanziari che collocano. Poiché gli Etf non generano commissioni ricorrenti, li consigliamo solo noi consulenti finanziari indipendenti.

ETF - Etf azionari, obbligazionari, settoriali

Investire in Etf attraverso un piano di accumulo

Un modo intelligente ed efficace di utilizzo degli Etf consiste nel fare PAC o piani di accumulo. Il vantaggio principale consiste nel ridurre il rischio di un errato market timing. Inoltre così facendo puoi costruire un capitale in ottica pensionistica o in previsione di spese future.

A questo punto rimane solo l’ultimo passaggio, il più importante!

Siamo arrivati alla costruzione del portafoglio, in gergo tecnico l’Asset Allocation. Numerosi studi dimostrano che più del 90% della performance di un portafoglio è determinata da come costruisci il portafoglio, ossia l’asset allocation e non dal market timing.

Consulenza Vincente è a tua disposizione, per aiutarti e consigliarti la diversificazione più adeguata ai tuoi obiettivi finanziari. Tutto parte da un’analisi gratuita del tuo portafoglio.

Gli Etf sono strumenti adatti sia a portafogli di dimensioni ridotte che a portafogli più importanti. Per piccoli investitori è consigliabile utilizzare solo Etf. Nel caso di portafogli più complessi, un’efficace pianificazione finanziaria utilizza anche altre soluzioni, tra cui:

  • Certificates;
  • Polizze di Private Insurance;
  • fondi comuni di investimento ad alto rating.

La consulenza patrimoniale di valore, oltre all’efficienza finanziaria deve considerare anche aspetti di tipo fiscale e successorio che fanno senza dubbio la differenza.

Ti aspettiamo per scoprire gli ETF più interessanti e trovare le migliori soluzioni adatte a Te e ai tuoi obiettivi di vita.

Fabrizio Taccuso | Consulenza Vincente

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Scegliere un consulente finanziario indipendente di tua fiducia significa avere un partner con cui ti puoi confrontare costantemente. Un professionista che ti aiuta a fare scelte informate, razionali e soprattutto consapevoli.

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3 risposte

  1. E tutto chiarissimo.Mi serve sapere il costo della consulenza che viene prestata ed il suo funzionamento.
    A
    PRESTO…E GRAZIE

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