Previdenza complementare: cos’è, come funziona e perché aderire

La previdenza complementare è sempre più essenziale per garantire una pensione adeguata. Il sistema pubblico, con il metodo contributivo, spesso non assicura un assegno sufficiente, rendendo necessario un secondo pilastro previdenziale. In questo articolo esploriamo cos’è la previdenza complementare, come funziona e quali sono i vantaggi fiscali. Analizziamo le diverse tipologie di fondi pensione (aperti, chiusi, PIP) e le strategie per costruire una rendita integrativa efficace.
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previdenza complementare

La Previdenza complementare è oggi una necessità, più che una scelta. Se c’è una certezza che il tempo ci ha insegnato, è che il sistema pensionistico pubblico da solo non basterà più. Il tema delle pensioni in Italia è da anni al centro del dibattito, con un problema sempre più evidente: il divario crescente tra l’ultimo stipendio percepito e l’assegno previdenziale che spetta a chi termina la carriera lavorativa.

Ecco perché costruirsi un secondo pilastro pensionistico è fondamentale. Con un sistema previdenziale pubblico in difficoltà, dovuto sia all’invecchiamento della popolazione che a un mercato del lavoro più frammentato, creare una pensione integrativa diventa la scelta più razionale per garantire una vecchiaia serena e senza rinunce.

Cos’è la Previdenza complementare?

Spesso si pensa alla pensione come qualcosa di automatico, un diritto acquisito con gli anni di lavoro. Ma in realtà, il modello pensionistico attuale è profondamente cambiato nel tempo.

In passato, le pensioni venivano calcolate con il metodo retributivo che si basa sugli ultimi stipendi percepiti. Ciò permetteva di ottenere un assegno pensionistico piuttosto generoso, spesso vicino all’80% dell’ultima retribuzione. Oggi, invece, con il metodo contributivo, il calcolo avviene in base ai contributi effettivamente versati durante tutta la vita lavorativa. Il risultato? Un assegno spesso inferiore al 50% dell’ultimo stipendio, con punte ancora più basse per chi ha avuto carriere discontinue o redditi modesti.

Ed è qui che entra in gioco la Previdenza complementare: un sistema di risparmio volontario e individuale che permette di integrare la pensione pubblica, creando una rendita aggiuntiva che aiuterà a mantenere il tuo tenore di vita anche dopo l’uscita dal mondo del lavoro.

In pratica, significa mettere da parte oggi per stare meglio domani, approfittando di meccanismi di investimento che permettono al capitale di crescere nel tempo, sfruttando anche i vantaggi fiscali previsti dallo Stato.

Come funziona la Previdenza complementare?

L’adesione a un fondo pensione complementare è sempre volontaria ed è aperta a tutti: lavoratori, soggetti fiscalmente a carico, persone inoccupate o studenti. E’ possibile aderire in forma individuale oppure in forma collettiva, se previsto dalla contrattazione collettiva della categoria lavorativa di appartenenza.

Ogni aderente ha la possibilità di scegliere quanto versare, con quale frequenza e su quale tipologia di investimento puntare.

I contributi possono essere versati in diversi modi:

  • Con un piano di versamenti volontari, stabilendo importi e periodicità in base alle proprie disponibilità economiche.
  • Attraverso il TFR (Trattamento di Fine Rapporto), destinandolo interamente o parzialmente a un fondo pensione invece di lasciarlo in azienda.
  • Con l’eventuale contributo del datore di lavoro, previsto in alcuni fondi negoziali.

Uno degli aspetti più importanti è la gestione degli investimenti. A differenza del sistema pubblico, dove i contributi versati vengono utilizzati per pagare le pensioni in corso (sistema a ripartizione), nella previdenza complementare ogni versamento è accantonato e investito in strumenti finanziari, in base alla strategia scelta dal risparmiatore.

Esistono infatti diversi comparti di investimento:

  • Garantito, per chi vuole sicurezza e rendimenti più stabili.
  • Obbligazionario, con un mix prudente di titoli di stato e obbligazioni.
  • Bilanciato, che combina obbligazioni e azioni, puntando a una crescita graduale.
  • Azionario, più aggressivo ma con potenzialità di rendimento maggiori nel lungo periodo.

Le tipologie di Fondi Pensione

Quando decidi di aderire alla previdenza complementare, è importante conoscere le diverse tipologie di fondi disponibili. Ogni categoria ha caratteristiche specifiche e si rivolge a profili di lavoratori diversi.

1. Fondi Pensione Chiusi o negoziali
Questi fondi sono destinati ai lavoratori di specifici settori e sono previsti dai contratti collettivi nazionali. Ad esempio, esistono fondi negoziali per i metalmeccanici, per i lavoratori del commercio o per i dipendenti pubblici. Offrono condizioni vantaggiose, come costi di gestione ridotti e contributi aggiuntivi del datore di lavoro.

2. Fondi Pensione Aperti
Sono istituiti da banche, assicurazioni e società di gestione del risparmio (SGR). A differenza dei fondi chiusi, sono accessibili a tutti, indipendentemente dalla categoria lavorativa. Permettono di aderire sia in forma individuale che collettiva e offrono una maggiore flessibilità di scelta.

3. Piani Individuali Pensionistici (PIP)
Questi strumenti sono offerti dalle compagnie assicurative e sono destinati a chiunque voglia costruire una pensione integrativa. Sono adatti a lavoratori autonomi, liberi professionisti e inoccupati. I PIP spesso includono anche polizze assicurative legate alla previdenza.

4. Fondi Pensione Preesistenti
Si tratta di fondi creati prima della riforma del 1993 e riservati generalmente ai dipendenti di grandi aziende o istituti di credito. Hanno regole specifiche e spesso condizioni più vantaggiose rispetto alle forme più recenti.

La previdenza complementare offre diverse opzioni di investimento, ma qual è la soluzione più adatta alle tue esigenze? Esistono infatti fondi pensione aperti e fondi pensione chiusi, ciascuno con caratteristiche specifiche che possono influenzare la tua scelta. Se vuoi approfondire le differenze tra queste due categorie e scoprire quale potrebbe essere più conveniente per il tuo profilo lavorativo, leggi il nostro approfondimento sui Fondi Pensione e sulle loro principali tipologie: Fondi Pensione Aperti e Fondi Pensione Chiusi.

Come scegliere il fondo giusto?

La scelta del fondo dipende da vari fattori:

  • la tua categoria lavorativa (dipendente, autonomo, libero professionista).
  • La possibilità di ottenere contributi aziendali aggiuntivi.
  • La flessibilità nella gestione dei versamenti e delle anticipazioni.
  • Il livello di rischio e il rendimento atteso.
  • I costi del fondo

Indipendentemente dalla tipologia scelta, la cosa più importante è iniziare prima possibile, in modo da sfruttare al massimo i vantaggi del lungo periodo.

Perché è così importante aderire al più presto?

Spesso si sente dire che “è troppo presto per pensare alla pensione”. In realtà, quando si tratta di previdenza complementare, prima inizi e meglio è.

Ecco un esempio pratico:

Immaginiamo due lavoratori, Luca e Marco. Entrambi vogliono costruire una pensione integrativa e decidono di versare 5.000 euro all’anno in un fondo pensione. La differenza?

  • Luca inizia a 30 anni e verserà per 35 anni.
  • Marco inizia a 45 anni e verserà per 20 anni.

Alla fine del periodo Luca avrà versato complessivamente 150.000 Euro, mentre Marco avrà versato 100.000 Euro. Supponiamo che il fondo pensione ottenga un rendimento del 5% medio annuo. In capitalizzazione composta ecco il risultato:

Immagine che contiene testo, linea, Diagramma, schermataIl contenuto generato dall'IA potrebbe non essere corretto.

Il montante ottenuto da Luca sarà di 474.182 Euro, quello di Marco di 173.596 Euro.

Come puoi notare Il fattore tempo è determinante! Luca, grazie ai 15 anni in più di contribuzione, accumula quasi tre volte il capitale di Marco, dimostrando il vantaggio dell’interesse composto nel lungo periodo. Un capitale investito per più anni ha più tempo per crescere e moltiplicarsi.

Vantaggi della Previdenza Complementare

Oltre alla possibilità di garantirsi una pensione più alta, la previdenza complementare offre importanti benefici fiscali.

1. Deducibilità fiscale dei contributi
Ogni anno puoi dedurre dal reddito imponibile fino a 5.164,57 euro, ottenendo un risparmio sulle imposte IRPEF.

2. Tassazione agevolata
I rendimenti ottenuti dai fondi pensione sono tassati solo al 20%, contro il 26% applicato alla maggior parte degli investimenti finanziari. Inoltre, al momento della pensione, l’aliquota sulla rendita sarà compresa tra il 15% e il 9%, molto più bassa rispetto alla tassazione ordinaria. Parte dal 15% e si abbassa di 0,15% ogni anno sino ad arrivare al 9%.

3.  Maggiore protezione del capitale
I fondi pensione sono impignorabili e insequestrabili, e i capitali accumulati non rientrano nell’asse ereditario.

Anticipazioni e riscatti: quando è possibile accedere al capitale prima della Pensione?

Uno degli aspetti più interessanti della previdenza complementare è la possibilità di accedere al capitale accumulato prima del pensionamento, in casi specifici e nel rispetto delle normative vigenti. Questo rende il fondo pensione un sistema flessibile, che non vincola eccessivamente le somme versate.

Esistono due modalità principali di accesso anticipato: l’anticipazione e il riscatto.

Anticipazioni

Le anticipazioni permettono all’aderente di prelevare una parte del capitale accumulato senza interrompere la propria posizione nel fondo pensione. Questa opzione è utile per far fronte a spese importanti nel corso della vita. 

Le principali cause per richiedere un’anticipazione sono:

  • Spese sanitarie gravi: è possibile richiedere fino al 75% del capitale accumulato per sostenere cure mediche straordinarie per sè, il coniuge o i figli.
  • Acquisto o ristrutturazione della prima casa: si può ottenere un’anticipazione fino al 75% del montante accumulato, sia per sé che per i figli.
  • Altri motivi personali: dopo otto anni di partecipazione al fondo, puoi richiedere un’anticipazione fino al 30% del capitale per qualsiasi necessità (es. spese universitarie, eventi straordinari, etc.).

L’aspetto interessante delle anticipazioni è che il capitale prelevato non blocca la posizione previdenziale, che può continuare a crescere con i successivi versamenti e investimenti.

Riscatti

A differenza delle anticipazioni, il riscatto comporta la liquidazione di tutto o parte del capitale accumulato con la conseguente uscita dal fondo pensione. Questa possibilità è concessa solo in situazioni specifiche, tra cui:

  • Perdita del lavoro: Se l’aderente è disoccupato per più di 12 mesi può riscattare fino al 50% del capitale accumulato. Dopo 48 mesi di inoccupazione, può ottenere l’intero importo.
  • Invalidità permanente: Se l’aderente perde la capacità lavorativa per almeno un terzo, ha diritto a riscattare il 100% del capitale.
  • Decesso dell’aderente: In caso di morte, il capitale viene liquidato agli eredi o ai beneficiari designati.

Attenzione alla tassazione sulle anticipazioni e sui riscatti

Un elemento da considerare quando richiedi un’anticipazione o il riscatto è la tassazione applicata.

  • Per le spese sanitarie, l’aliquota è tra il 15% e il 9%, in base agli anni di partecipazione al fondo. 
  • Per l’acquisto della prima casa e altri motivi personali, la tassazione è più alta, pari al 23%.
  • Nel caso di riscatto totale per disoccupazione, la tassazione varia dal 15% al 9%.

E’ possibile effettuare il trasferimento ad altra forma pensionistica?

All’interno della previdenza complementare puoi effettuare il trasferimento ad altra forma pensionistica. Tale processo prende il nome di trasferimento della posizione individuale ed è regolamentato dalla normativa vigente per garantire agli aderenti la possibilità di scegliere la soluzione più adatta alle proprie esigenze nel corso del tempo.

Come funziona il cambio di Fondo Pensione?

Il trasferimento del fondo pensione è consentito, ma con alcune regole ben precise. Se un aderente decide di cambiare fondo, può farlo senza penalizzazioni fiscali e senza perdere i benefici accumulati, a condizione che siano rispettati i requisiti di permanenza previsti.

Le condizioni principali per il trasferimento sono:

  • permanenza minima di due anni. Per poter trasferire il proprio capitale da un fondo pensione a un altro, è necessario aver maturato almeno due anni di partecipazione alla forma previdenziale di origine.
  • Trasferimento senza costi e senza perdita di benefici fiscali: Il trasferimento è gratuito se effettuato verso un’altra forma di previdenza complementare, senza applicazione di tasse aggiuntive o penalizzazioni.
  • Nuova adesione al fondo scelto: Il capitale maturato nel vecchio fondo verrà trasferito nella nuova posizione individuale, che continuerà a crescere secondo le regole del nuovo comparto di investimento scelto.

Perché cambiare Fondo Pensione?

Ci sono diverse motivazioni per cui un aderente potrebbe decidere di cambiare forma pensionistica:

  • Riduzione dei costi di gestione: alcuni fondi pensione hanno costi più bassi rispetto ad altri, e nel lungo termine questa differenza può incidere significativamente sul capitale accumulato.
  • Maggiore rendimento: se un fondo pensione ha performance migliori rispetto a quello attuale, può essere conveniente trasferire il proprio capitale per ottenere un maggiore rendimento.
  • Cambio di situazione lavorativa: Chi cambia lavoro e passa a un settore con un fondo negoziale specifico potrebbe trovare vantaggioso aderire a tale forma pensionistica.
  • Diversa strategia di investimento: Se con il passare degli anni si preferisce un comparto più prudente o più aggressivo, potrebbe essere necessario scegliere un fondo che offra migliori opzioni di investimento.

L’unica limitazione è che non puoi trasferire la posizione da un fondo pensione complementare al regime della previdenza obbligatoria (INPS o casse professionali).

E al momento della Pensione?

Per poter richiedere l’erogazione della pensione complementare devi:

  • aver maturato i requisiti di accesso alla pensione pubblica (anticipata o di vecchiaia) nel proprio regime di appartenenza;
  • risultare iscritto da almeno cinque anni alla previdenza integrativa

Una volta raggiunti questi due parametri, il capitale accumulato può essere utilizzato in diversi modi:

  • Rendita vitalizia, cioè una somma periodica erogata per tutta la vita.
  • Capitale fino al 50% dell’importo accumulato, con il resto convertito in rendita.
  • Rendita Integrativa Temporanea Anticipata (R.I.T.A.), un reddito ponte per chi è vicino alla pensione ma senza lavoro.

Nel caso in cui dal capitale accumulato si ricavi una rendita bassa, puoi richiedere l’erogazione della pensione integrativa sotto forma di capitale per il 100%. 

In pratica ricevi subito, in un’unica soluzione, tutto il montante accumulato. Tale opzione può essere esercitata solo nel caso in cui dalla conversione di almeno il 70% del capitale finale accumulato nel fondo pensione, si ottenga una rendita inferiore alla metà dell’assegno sociale erogato dall’INPS. Nel momento in cui scriviamo questo articolo l’importo dell’assegno sociale in Italia è stato aggiornato a 538,68 euro mensili per 13 mensilità, corrispondenti a un totale annuo di 7.002,84 euro. 

Conclusione: il momento di agire è adesso

Se c’è una cosa che abbiamo imparato negli ultimi anni, è che non possiamo affidarci solo alla pensione pubblica. I cambiamenti demografici e le riforme del sistema previdenziale ci dicono chiaramente che in futuro l’assegno INPS non sarà sufficiente per mantenere lo stesso stile di vita.

Ecco perché la previdenza complementare è una delle migliori scelte che possiamo fare per il nostro futuro. Non importa se inizi a versare piccole somme: quello che conta è iniziare il prima possibile per sfruttare al massimo il potenziale di crescita del capitale.

Quindi, la domanda è: sei pronto a prenderti cura del tuo futuro finanziario?

Con questo articolo spero di aver fugato ogni dubbio sull’importanza della previdenza complementare. Ma se ne avessi ancora ti faccio due domande: immagina che di colpo il tuo reddito si riduca improvvisamente del 40 o 50%. A quante cose che facevi prima dovresti rinunciare oggi? 

Come ti sentiresti se, una volta in pensione, dovessi chiedere aiuto ai tuoi figli o a qualcun altro per mantenere il tuo tenore di vita? Da consulente patrimoniale che ha a cuore il tuo futuro, ti invito ad agire per tempo. Contattami e ti aiuterò a scoprire la soluzione migliore per te.

Fabrizio Taccuso | Consulenza Vincente

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