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Fondo Pensione Chiuso (o fondo negoziale): cos’é e come funziona

Tutto ciò che c'è da sapere sui Fondi pensione chiusi (o negoziali), chi può aderirvi, costi e benefici fiscali.
Cosa trovi in questo post:
fondi pensione chiusi

Che cos’è il fondo pensione chiuso?

Il Fondo pensione chiuso, detto anche negoziale, é una forma di previdenza complementare rivolta solo a determinate categorie di lavoratori.

E’ costituito su iniziativa delle parti sociali mediante accordi collettivi, oppure per effetto di regolamenti aziendali. Può derivare anche da accordi tra lavoratori autonomi o liberi professionisti promossi dai sindacati o associazioni di categoria che hanno una rilevanza almeno regionale.

Ha la forma di associazione senza fine di lucro, riconosce un ruolo alle parti sociali e ha una governance ispirata al principio della democrazia rappresentativa.

A cosa serve?

Aderire a un fondo pensione chiuso ha l’obiettivo di destinare parte dei tuoi risparmi alla previdenza complementare per integrare la pensione di base. Tale forma di previdenza è reversibile, ciò significa che, in caso di tua premorienza durante la fase di accumulo, la posizione individuale viene riscattata dai beneficiari da te designati o, in mancanza, dai tuoi eredi.

Chi può aderire ai fondi pensione chiusi?

Il fondo pensione chiuso prevede una modalità di adesione su base collettiva. Si tratta di fondi collettivi appartenenti a una determinata categoria di riferimento. Proprio per questo non tutti i lavoratori possono aderire. Ecco perché sono denominati anche “fondi chiusi”.

Possono aderire al fondo chiuso le seguenti categorie di soggetti:

  • dipendenti del settore privato che hanno un contratto di tipo subordinato a tempo indeterminato o determinato;
  • dipendenti del settore pubblico;
  • soci lavoratori di cooperative;
  • lavoratori in somministrazione tipo apprendisti;
  • lavoratori “atipici”;
  • liberi professionisti organizzati per aree professionali o territoriali.

Possono essere iscritti anche i familiari fiscalmente a carico se il fondo lo prevede.

Al momento esistono 33 fondi negoziali che fanno capo, in genere, a uno specifico contratto collettivo nazionale di lavoro. Tra i principali ricordiamo:

  • alimentare (Alifond);
  • chimico (Fonchim);
  • energetico (Fondenergia);
  • metalmeccanica (Cometa);
  • tessile (Previmoda);
  • turismo e terziario (Fonte)

In alcuni casi le regioni stesse hanno istituito fondi pensione dedicati esclusivamente ai lavoratori del proprio territorio:

  • Val d’Aosta (Fopadiva);
  • Veneto (Solidarietà Veneto);
  • Trentino Alto Adige (Laborfonds)

Destinatari sono anche i dipendenti di cooperative di produzione e lavoro e della distribuzione cooperativa (Previcooper).

E’ previsto anche un fondo per gli insegnanti pubblici che si chiama Espero.

Come funzionano i fondi pensione negoziali

Ogni iscritto al fondo negoziale apre una posizione pensionistica individuale, distinta da quella degli altri lavoratori, su cui affluiscono i versamenti contributivi. Il funzionamento si basa sul principio della capitalizzazione individuale. Le prestazioni finali dipenderanno dall’importo dei versamenti e dai rendimenti ottenuti.

Il patrimonio del fondo pensione chiuso è alimentato dai versamenti dell’azienda, del lavoratore e dal relativo TFR maturando.

L’azienda versa un contributo secondo quanto previsto dall’accordo collettivo, mediamente tra l’1-2% della retribuzione lorda, che, a tutti gli effetti, è un vero e proprio benefit aggiuntivo rispetto alla retribuzione già percepita.

Il contributo del lavoratore viene trattenuto direttamente dalla busta paga. Il fondo negoziale spesso fissa un limite minimo e massimo di versamento espresso in percentuale rispetto alla retribuzione lorda.

Puoi ricevere il contributo aziendale solo in caso di versamento del tuo contributo.

Il Trattamento di Fine Rapporto (TFR) rappresenta la somma che spetta al lavoratore dipendente al termine del lavoro in azienda. Viene rivalutato annualmente del 75% dell’indice ISTAT + 1,5% e corrisponde al 6,91% della retribuzione lorda.

La quota di versamento di TFR dipende dalla tipologia di lavoratore. I lavoratori cosiddetti non di prima occupazione (hanno iniziato a lavorare prima del 28/04/1993) che aderiscono al fondo pensione possono scegliere se versarlo interamente o solo in parte, mentre i neoassunti sono tenuti a versarlo integralmente.

Nel momento in cui maturerai il diritto alla pensione, il Fondo pagherà le prestazioni o sotto forma di sola pensione oppure sotto forma di solo capitale, oppure come mix tra pensione e capitale.

Chi gestisce il fondo chiuso e le linee di investimento

Le risorse complessive del fondo negoziale (contributi versati, interessi maturati e le rivalutazioni) sono gestite da soggetti abilitati da specifiche disposizioni di legge. Mi riferisco a:

  • banche;
  • compagnie di assicurazione;
  • SIM (società di intermediazione mobiliare);
  • SGR (società di gestione del Risparmio)

Tali soggetti predispongono più linee di investimento. In base alla tua propensione al rischio, agli anni che ti separano dalla pensione e al livello di rischio che sei disposto a sostenere, puoi scegliere la linea più consona a te tra i seguenti comparti:

  • garantiti (offrono una garanzia di rendimento minimo o restituzione del capitale);
  • obbligazionari;
  • bilanciati (un mix di azioni e obbligazioni con pesi diversi);
  • azionari (investono principalmente in azioni)

Quanto costano?

Prima di aderire ti consiglio sempre di consultare la “scheda dei costi” presenti nel documento “informazioni chiave per l’aderente” che ti deve essere consegnato al momento dell’adesione.

Puoi consultare sul sito della Covip l’indicatore sintetico dei costi (ISC) di tutte le linee di investimento e il comparatore dei costi delle forme pensionistiche, in modo tale da confrontare la diversa onerosità degli strumenti finanziari presenti sul mercato.

Quali prestazioni puoi ottenere dai fondi pensione chiusi

Nel momento in cui andrai in pensione, a condizione che tu abbia maturato almeno cinque anni di partecipazione al fondo, potrai ricevere:

  • tutto il capitale in rendita;
  • fino al 50% del montante accumulato in capitale e il resto in rendita;
  • tutta la tua posizione accumulata in capitale, solo se il 70% del montante accumulato ti darà una rendita annua inferiore al 50% dell’assegno sociale.

Nel caso della rendita l’aderente sceglie la modalità che intende percepire tra quelle previste dal fondo. Qualora scelga la rendita reversibile la pensione continuerà a essere erogata al soggetto indicato dall’aderente. Nel caso di scelta della rendita con restituzione del montante residuale, al beneficiario indicato verrà versato il capitale residuo in un’unica soluzione. Se manca l’indicazione del beneficiario l’erogazione della rendita termina con il decesso dell’aderente.

Se l’aderente viene a mancare prima di andare in pensione, la sua posizione individuale è riscattata dai beneficiari designati oppure dagli eredi se non è stato indicato nessun beneficiario. In mancanza di tali soggetti la posizione viene acquisita dal fondo pensione.

Benefici fiscali

Anche per il fondo chiuso lo stato riconosce vantaggi fiscali. I contributi versati sono deducibili dal reddito IRPEF fino a 5.164,57 Euro l’anno. Di conseguenza paghi meno imposte sui redditi. Puoi portare in deduzione, sempre con lo stesso limite, se effettui versamenti per familiari a carico.

I rendimenti realizzati dalla gestione finanziaria sono tassati con un’aliquota massima del 20%, anziché del 26% come invece avviene per la maggior parte delle forme di risparmio finanziario.

Il capitale accumulato è impignorabile e insequestrabile.

La pensione complementare o il capitale sono sottoposti ad una tassazione con un’aliquota agevolata. La tassazione massima è del 15% e si abbassa dello 0,30% per ogni anno di permanenza nel fondo oltre il quindicesimo fino a un minimo del 9%.

Fabrizio Taccuso | Consulenza Vincente

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