Cosa sono i fondi pensione
I fondi pensione sono strumenti di previdenza complementare che hanno l’obiettivo di garantire un reddito alla fine della vita lavorativa ad integrazione della pensione pubblica.
Attraverso i fondi pensione accantoni regolarmente una parte dei tuoi risparmi mentre lavori per ottenere una pensione che si aggiunge a quella corrisposta dalla previdenza pubblica.
L’adesione del lavoratore alla previdenza complementare è sempre volontaria e può avvenire in forma collettiva o individuale, in base alla tipologia e alle condizioni contrattuali sottostanti al prodotto scelto.
La previdenza complementare su base collettiva è definita anche previdenza di “secondo pilastro” (il primo pilastro è la previdenza pubblica) ed è rappresentata dai Fondi Pensione Negoziali (detti anche Fondi Chiusi) e dai Fondi Pensione Aperti con adesione collettiva.
La previdenza complementare realizzata su base individuale rappresenta il “terzo pilastro” del sistema previdenziale ed è rappresentata dai Fondi Pensione Aperti con adesione individuale e i Piani Individuali di Previdenza (denominati PIP o FIP).
Perché la previdenza complementare?
Il nostro sistema pensionistico è stato profondamente modificato con le riforme degli anni Novanta, a seguito di mutamenti in ambito economico e demografico:
- aumento della durata della vita media;
- rallentamento della crescita economica;
- riduzione del tasso di natalità;
- ingresso ritardato delle nuove generazioni nel mondo del lavoro
Tutto ciò avrebbe portato a una insostenibilità dei conti pubblici. Di conseguenza si è passati gradualmente dal sistema retributivo, in base al quale la pensione veniva calcolata sulle ultime retribuzioni percepite, al sistema contributivo.
Con tale sistema la pensione oggi si calcola in base a tre elementi fondamentali:
- ammontare dei contributi versati durante la vita lavorativa;
- crescita interna del Prodotto Interno Lordo (PIL);
- “speranza di vita” al momento del pensionamento
Inoltre sono stati innalzati l’età richiesta per andare in pensione e gli anni di contributi necessari per il pensionamento, ossia l’anzianità contributiva.
A ciò si aggiunge che la pensione viene rivalutata unicamente sulla base dell’inflazione.
In pratica, come è avvenuto a livello internazionale, si è deciso di affiancare alla previdenza pubblica un sistema di fondi pensioni complementari istituiti dalle parti sociali o dagli intermediari finanziari.
In futuro avremo dunque un sistema previdenziale pubblico sempre più a rischio, o quanto meno, una Previdenza di Stato sempre meno generosa.
Quando conviene fare un fondo pensione? Il tasso di sostituzione
A tal fine è fondamentale conoscere il tasso di sostituzione, ossia il rapporto tra la prima pensione che riceverai e l’ultimo reddito da lavoro percepito. Ciò ti consentirà di avere un’idea del tenore di vita che la tua pensione potrà garantirti in relazione al tuo stile di vita e ai tuoi bisogni in età anziana.
Si stima che il tasso di sostituzione oggi, a seconda dei casi, sia tra il 50 e il 70%, ma in futuro è destinato a diminuire. Ciò contraddice una delle conquiste del XX secolo, ossia la prospettiva di una terza età nella quale fosse possibile mantenere il tenore di vita dell’età attiva.
E’ indiscutibile che molte persone un giorno avranno seri problemi ad arrivare a fine mese! Ecco perché è opportuno provvedere e pianificare il futuro per tempo.
Parlare di pensione a un giovane sembra quasi assurdo, dal momento che oggi chi ha concluso gli studi e si affaccia al mondo del lavoro ha tutt’altri problemi: un posto di lavoro precario, oppure lavori saltuari e mal retribuiti. Quando già il presente è incerto, non si è nelle condizioni di pianificare il futuro nel modo migliore.
In ogni caso la pensione viene vista come un traguardo troppo lontano nel tempo, non è certo un argomento che “scalda il cuore”. Ma proprio per le nuove generazioni il concetto di adesione a un fondo pensione integrativo è destinato a diventare pressoché imprescindibile.
Quanto versare in un fondo pensione? Il gap previdenziale
Prima di decidere quanto versare in un fondo pensione, è utile calcolare il “gap previdenziale“. L’INPS mette a disposizione uno strumento utile, chiamato “la mia pensione“, che permette di simulare quale sarà presumibilmente la pensione al termine dell’attività lavorativa.
Una volta calcolato il tuo gap previdenziale, ovvero la differenza tra la retribuzione e la pensione che realmente ti verrà corrisposta dall’INPS, è necessario fissare un obiettivo di rendita del tuo fondo pensione, tale da compensare il gap.
A questo punto l’ulteriore passo che dovrai compiere sarà individuare la quota da destinare mensilmente al fondo, insieme al TFR del datore di lavoro.
Chi può aderire ai Fondi Pensione?
Tutti i cittadini indistintamente possono aderire ai fondi pensione. Mentre il sistema previdenziale pubblico prevede il pagamento di contributi obbligatori per chi è occupato, nel caso della previdenza complementare l’accesso è aperto a tutti: disoccupati o inoccupati, lavoratori dipendenti privati, pubblici, lavoratori con contratti occasionali e atipici, liberi professionisti e autonomi.
Come indicato dalla tabella sotto, vi sono 4 tipologie di Fondi Pensione:
- Fondi pensione Chiusi o negoziali;
- Fondi pensione Aperti;
- Piani individuali pensionistici (PIP)
- Fondi Preesistenti
Come funzionano i fondi pensione
I fondi pensione si basano sul regime della contribuzione definita. In pratica il montante che costituirà la tua posizione individuale al momento della pensione dipenderà da:
- versamenti effettuati nel tempo nel fondo;
- durata del periodo di contribuzione (più anni maggiori contributi);
- rendimenti ottenuti dagli investimenti;
- costi sostenuti durante gli anni di permanenza nel fondo
Quando andrai in pensione la tua posizione individuale verrà trasformata in una rendita che costituirà la tua pensione complementare. L’importo erogato si baserà su un coefficiente che tiene conto dell’aspettativa di vita.
Le varie forme pensionistiche su cuoi puoi versare i tuoi contributi sono suddivise in linee o comparti. A seconda degli strumenti finanziari utilizzati abbiamo linee:
- garantite che offrono un rendimento minimo o la restituzione del capitale versato;
- obbligazionarie;
- bilanciate, con un mix tra azioni e obbligazioni;
- azionarie che investono solo o soprattutto in azioni
L’orizzonte temporale che hai davanti a te prima di andare in pensione è la discriminante da valutare per scegliere il comparto giusto e il livello di rischio da sopportare. Con il termine rischio intendo la variabilità del rendimento in un determinato periodo di tempo.
Se hai ancora molti anni di lavoro è consigliabile scegliere un comparto a forte contenuto azionario. Puoi permetterti anche forti oscillazioni temporanee, perché nel tempo la crescita dei mercati ti farà recuperare anche cali importanti e ottenere un maggior rendimento.
Viceversa, se sceglierai una linea obbligazionaria, dormirai sonni più tranquilli, ma le tue aspettative di rendimento saranno piuttosto basse.
Ovviamente più sarai vicino alla pensione e minore saranno i rischi che dovrai correre, quindi meglio scegliere linee di investimento più prudenti per evitare fasi di calo che vanificherebbero gli sforzi fatti durante la tua vita lavorativa.
Fondo pensione e costi
E’ fondamentale fare attenzione ai costi, dal momento che la tua permanenza nel fondo pensione sarà piuttosto lunga. Quindi maggiori costi andranno a ridurre fortemente il tuo montante finale.
Ti viene in aiuto l’indicatore sintetico dei costi (ISC) che misura la percentuale di incidenza dei costi che sostieni aderendo a una forma pensionistica complementare.
L’ISC ti permette di mettere a confronto con facilità i costi delle diverse forme pensionistiche anche per comparti omogenei. A tal fine ti consiglio di visitare il sito della COVIP, l’autorità di vigilanza sui fondi pensione, in cui puoi trovare il comparatore dei costi delle varie forme pensionistiche complementari (http://www.covip.it/isc_dinamico/).
Fiscalità
L’adesione ai Fondi Pensione è incentivata da agevolazioni fiscali. I contributi versati da te e dal datore di lavoro sono deducibili fino a 5.164,57€. Sul reddito imponibile delle prestazioni finali verrà applicata una ritenuta del 15% che potrà però diminuire dello 0,3% per ogni anno dopo il 15° anno di partecipazione a forme complementari (la ritenuta non può comunque essere inferiore al 9%).
Detto dell’importanza di versare in una forma pensionistica, è fondamentale scegliere la forma pensionistica più efficiente; affronteremo tale argomento nei successivi articoli in cui analizzeremo singolarmente le varie forme di previdenza complementare.
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Fabrizio Taccuso | Consulenza Vincente