Cos’è il Fondo Pensione Aperto
Il Fondo pensione Aperto è una forma di previdenza complementare privata a cui può aderire chiunque. Consiste nell’accantonare una somma ogni anno per integrare la pensione di base alla fine della vita lavorativa.
A differenza del fondo pensione chiuso, non ha origine da accordi o contratti tra le parti sociali, ma dall’iniziativa unilaterale degli operatori finanziari abilitati dalla legge:
- banche;
- compagnie di assicurazione;
- società di intermediazione mobiliare (Sim);
- società di gestione del risparmio (Sgr)
Chi può aderire al Fondo Pensione Aperto
Puoi aderire a un fondo pensione aperto sia in forma individuale che collettiva (tranne in pochissimi casi).
Come si evince facilmente dalla denominazione, l’adesione al fondo pensione aperto è aperta a tutti, non dipende dalla condizione lavorativa, ma è trasversale rispetto alle diverse categorie lavorative e sociali. Pertanto possono aderire:
- lavoratori dipendenti, anche conferendo il solo Tfr e anche in presenza di fondo chiuso o negoziale di riferimento. L’adesione può anche avvenire in forma collettiva se esiste un accordo o contratto collettivo. In questo caso è tenuto a contribuire anche il datore di lavoro.
- Lavoratori autonomi o liberi professionisti;
- Soci lavoratori di cooperative;
- Altri soggetti come ad esempio le casalinghe, familiari a carico
I lavoratori dipendenti pubblici possono aderire a un fondo pensione aperto solo su base individuale.
I lavoratori autonomi o liberi professionisti aderiscono su base individuale.È inoltre possibile iscrivere i familiari fiscalmente a carico (moglie casalinga, figli piccoli).
Il fondo pensione aperto è un patrimonio separato e autonomo
Il fondo pensione aperto è costituito sotto forma di patrimonio separato e autonomo rispetto alla società che lo ha istituito. Il fondo è destinato al pagamento delle prestazioni degli iscritti. In pratica il patrimonio non verrà utilizzato per soddisfare diritti rivendicati da eventuali creditori della società in caso di fallimento.
Obiettivo del Fondo Pensione Aperto
- Integrare la tua pensione di base e ricevere una pensione complementare, anche reversibile (in favore del coniuge o di altri beneficiari da te designati);
- affrontare eventuali difficoltà personali e lavorative (acquisto e ristrutturazione prima casa, spese sanitarie per te, per il tuo coniuge e figli, inoccupazione);
- facilitare l’uscita dal mondo del lavoro e la transizione verso il pensionamento.
Come funziona un fondo pensione aperto?
Ogni iscritto apre un conto pensionistico individuale su cui affluiscono i versamenti contributivi. Le somme versate sono custodite dai depositari autorizzati di cui sopra e investite nei mercati finanziari. L’obiettivo è ottenere nel tempo una crescita del capitale accantonato in modo da conseguire prestazioni pensionistiche che integrino la pensione pubblica.
La prestazione a scadenza dipenderà da:
- ammontare dei contributi versati;
- durata del periodo di contribuzione;
- costi sostenuti;
- rendimenti ottenuti dall’investimento sui mercati finanziari
Tfr e fondo pensione aperto: quali contributi versare?
Nel fondo pensione aperto puoi versare la quota annuale di Trattamento di fine rapporto (TFR) come da accordi aziendali, il tuo contributo individuale e il contributo aggiuntivo aziendale. Ricevi il contributo aziendale solo se versi anche il tuo contributo. Puoi modificare la somma che versi in qualsiasi momento, non hai vincoli di alcun genere.
Il lavoratore dipendente del settore pubblico può aderire versando solo il contributo individuale, ma non il flusso di TFR.
La scelta della linea di investimento
Quando apri un fondo pensione aperto puoi scegliere tra più linee di investimento o comparti. Ogni comparto è caratterizzato da un mix di strumenti finanziari diversi che tengono conto dell’orizzonte temporale dell’aderente e del rapporto rischio e rendimento.
Come per i fondi comuni le linee di investimento sono classificabili in base alle seguenti categorie:
- garantite (come dice il termine stesso offrono la garanzia di un rendimento minimo e la restituzione del capitale alla scadenza;
- obbligazionarie pure o miste (investono solo o prevalentemente in obbligazioni);
- bilanciate (ripartiscono il capitale tra azioni e obbligazioni);
- azionarie (investono solo o soprattutto in azioni)
Se sei giovane e sei molto lontano dalla pensione, ti consiglio senza ombra di dubbio di scegliere un comparto a forte contenuto azionario. La crescita degli indici azionari nel tempo ti consentirà una forte rivalutazione delle somme versate.
Ovviamente dovrai avere l’accortezza, avvicinandosi il momento del raggiungimento della pensione, di ridurre progressivamente la quota azionaria a beneficio dei comparti più prudenti e conservativi.
Quali prestazioni puoi ottenere?
A condizione di aver maturato almeno 5 anni nel fondo, al momento del pensionamento puoi ricevere:
- tutto il montante accumulato in rendita;
- fino a un massimo del 50% del montante in capitale e il resto in rendita;
- tutto sotto forma di capitale se il 70% del montante accumulato dà una rendita annua inferiore al 50% dell’assegno sociale.
La pensione complementare può essere reversibile al coniuge o ad altro beneficiario da te designato. In caso di premorienza durante la fase di accumulo il capitale può essere riscattato dai tuoi eredi o da altre persone da te designate.
Anticipazioni
E’ possibile ottenere delle anticipazioni per:
- spese sanitarie;
- acquisti e ristrutturazione della prima casa di abitazione;
- motivi personali e familiari
Nel caso di spese sanitarie documentate e relative a interventi e terapie conseguenti a gravissime condizioni, l’anticipazione è consentita in qualsiasi momento sino al 75% del capitale accumulato. La tassazione varia tra il 15% e il 9% sulla base degli anni di partecipazione alla previdenza complementare.
Per quanto riguarda l’acquisto e ristrutturazione della prima casa di abitazione l’anticipazione è prevista dopo 8 anni di partecipazione al fondo fino al 75% del capitale accumulato. In questo si applica una tassazione al 23%.
Infine per motivi personali e familiari l’anticipazione è possibile dopo 8 anni e per una quota fino al 30% del capitale accumulato. Tassazione sempre al 23%.
Riscatti
In particolari situazioni è possibile riscattare in tutto o parzialmente la propria posizione individuale.
Per invalidità permanente o inoccupazione superiore ai 48 mesi, dimissioni o licenziamento e decesso dell’aderente è possibile il riscatto di tutta la posizione individuale.
Nel caso di inoccupazione non inferiore ai 12 mesi e non superiore ai 48 mesi, ricorso da parte del datore di lavoro a mobilità, cassa integrazione ordinaria o straordinaria è possibile riscattare fino a un massimo del 50% della posizione.
Fondo pensione aperto e agevolazioni fiscali
Come per le altre forme di previdenza complementare, i contributi versati sono deducibili dal reddito Irpef sino a 5.164,57 euro l’anno. Hai quindi il vantaggio di pagare subito meno imposte sui redditi. Entro lo stesso limite puoi versare anche in favore di familiari a carico mantenendo il beneficio fiscale.
I rendimenti della gestione finanziaria sono tassati con un’aliquota massima del 20% anziché del 26%.
La pensione complementare e il capitale sono tassati con un’aliquota agevolata che varia tra il 15% e il 9% in base agli anni di partecipazione al fondo (si tassa solo la parte relativa ai contributi precedentemente dedotti e le quote di TFR versate).
Come scegliere la forma di previdenza complementare più adatta?
Tendenzialmente, se possibile, ti consiglio di aderire al fondo pensione negoziale, perché ha costi mediamente più bassi e, versando il tuo contributo volontario, puoi usufruire anche di quello datoriale. Ciò ti permette di incrementare ancora di più il tuo montante futuro.
Laddove non fosse possibile per la tua categoria professionale, ti consiglio senza dubbio l’adesione a un fondo pensione aperto.
Per fare scelte previdenziali consapevoli e adeguate è necessario conoscere le caratteristiche delle forme pensionistiche. In particolare, è importante valutare i costi applicati, in quanto possono avere un impatto significativo sulla pensione che verrà erogata. Infatti i costi annuali da pagare sono certi, mentre i risultati sono incerti.
L’importanza del fattore costi
Da qui l’importanza di valutare attentamente l’indicatore sintetico dei costi (ISC). Questo indicatore esprime in modo semplice e immediato il costo annuale, in percentuale della posizione individuale maturata, sostenuto da un iscritto a una forma pensionistica.
Devi essere consapevole del fatto che a parità di condizioni, all’aumentare dei costi sostenuti sarà minore la prestazione pensionistica che riceverai al momento del pensionamento.
Ad esempio, un ISC del 2% invece che dell’1% può ridurre il capitale accumulato dopo 35 anni di partecipazione al piano pensionistico di circa il 18 per cento (ad esempio da 100.000 a 82.000 euro).
Come abbiamo visto in altri articoli l’interesse composto ha un effetto decisivo nel tempo. Se il tuo fondo pensione viene “zavorrato” da costi eccessivi il suo effetto rischia di essere vanificato.
Più volte mi è capitato di analizzare prodotti pensionistici di tipo assicurativo in cui i costi ammontano anche al 4 o 5% annuo. E’ evidente che in questi casi l’aspettativa di rendimento è pressoché nulla! Gli unici che guadagnano in questi casi sono le banche e le compagnie assicurative che collocano i prodotti pensionistici.
Solo il consulente finanziario indipendente mette al centro sempre il tuo interesse e può consigliarti le soluzioni pensionistiche più efficienti e adeguate alle tue necessità. Pertanto se hai già un prodotto pensionistico in essere ti invitiamo a fare un’analisi attenta per verificarne la validità delle scelte fatte.
Fabrizio Taccuso | Consulenza Vincente