I Certificates sono strumenti finanziari derivati cartolarizzati negoziati sul mercato Sedex.
I Certificates sono estremamente validi nell’attuale contesto di mercato, caratterizzato da tassi vicini allo zero.
Il termine derivati non deve spaventare, in quanto si tratta di una combinazione di contratti finanziari incorporati in un unico titolo negoziabili come un’azione.
Il prezzo deriva dal valore di mercato di una o più attività sottostanti che possono essere costituite da:
- azioni;
- panieri di azioni;
- indici azionari;
- materie prime
- valute.
I Certificati sono emessi da banche che si assumono l’obbligo di:
- quotazione del prezzo;
- garantire la liquidità;
- pagamento dei flussi cedolari dovuti come da prospetto informativo.
Si caratterizzano per un’ampia varietà di profili di rischio/rendimento e consentono pertanto di perseguire diversi obiettivi:
- la protezione totale o parziale del capitale;
- guadagni in caso di ribasso del sottostante;
- un rendimento minimo al verificarsi di determinate condizioni
- grazie all’effetto leva, possibile amplificazione dei guadagni
In pratica i Certificates hanno una barriera, che può variare in base al certificato (può essere del 30%, 40% o 50%) e se il prezzo si mantiene all’interno di tale barriera al cliente viene comunque rimborsato il 100% del capitale.
Quindi se il Certificates ha una barriera del 30% significa che il titolo sottostante può perdere massimo fino al 30% e ricevi comunque il 100% della somma investita.
Da prodotti di nicchia, riservati quasi esclusivamente agli operatori istituzionali, si sono notevolmente diffusi tra i risparmiatori negli ultimi anni. Permettono di poter investire somme ridotte in aree geografiche o segmenti di mercato altrimenti difficilmente accessibili ai singoli risparmiatori. Inoltre hanno un’ampia varietà di profili di rischio/rendimento; per questo motivo possono rispondere ad esigenze di investimento diverso.
Tra le caratteristiche dei Certificates segnaliamo:
- la possibilità di replicare passivamente il sottostante;
- non sono soggetti a commissioni di gestione (a differenza dei fondi comuni e degli Etf);
- non distribuiscono dividendi, in quanto questi vengono utilizzati dalla banca emittente per acquistare le opzioni accessorie caratterizzanti il Certificato.
Certificates – tipologie
Esistono quattro categorie:
- Capitale protetto
- Capitale condizionatamente protetto
- A leva
- Capitale non protetto
I Certificates a capitale protetto sono strumenti che offrono la possibilità di investire in attività finanziarie garantendo la tutela del capitale investito, se sottoscritti durante la fase di collocamento e detenuti fino al rimborso dello strumento. Se acquistati sul mercato secondario consentono di definire la performance minima ottenibile a scadenza.
Nel caso di certificati a capitale condizionatamente protetto abbiamo prodotti finanziari che consentono l’esposizione a particolari asset offrendo una garanzia parziale del capitale, condizionata al non raggiungimento di determinati livelli barriera stabiliti all’emissione.
I livelli barriera possono essere di due tipi:
- continua
- a scadenza.
Nel primo caso l’evento scatta in qualsiasi momento in cui viene toccata la barriera; mentre per la seconda tipologia la verifica dell’evento barriera avviene solo a scadenza. I primi sono quindi più rischiosi, adatti a investitori più esperti e offrono maggiore rendimento.
I certificati a leva sono strumenti finanziari che offrono un’esposizione più che proporzionale a variazioni di prezzo di un determinato sottostante consentendo di beneficiare, a seconda della tipologia di strumenti, di rialzi oppure di ribassi dello stesso. Sono strumenti che generano gli scambi più elevati tra i certificati, adatti soprattutto ai trader e in presenza di violente discese possono amplificare i ribassi fino ad azzerare il valore.
I certificati a capitale non protetto sono prodotti molto semplici che replicano fedelmente la dinamica dei sottostanti. Alcuni prodotti prevedono la partecipazione ai movimenti del sottostante in modo più o meno proporzionale. Si tratta di strumenti definiti anche benchmark, perché replicano esattamente un indice o un’azione riportando fedelmente i guadagni e le perdite del sottostante.
Come si può notare i Certificates permettono un’elevata flessibilità, in quanto la combinazione di opzioni che si possono usare per costruirli sono infinite. Gli emittenti possono infatti scegliere tra un’ampia gamma di strategie di investimento.
Quali rischi presentano i Certificates?
I potenziali rischi a cui vanno incontro i sottoscrittori sono di tre tipi:
- emittente, chi emette il Certificato è una banca che è il debitore, quindi il rischio è lo stesso di un’obbligazione;
- mercato insito nelle caratteristiche del certificato, il cui prezzo dipende dalle variazioni che intervengono nel valore dell’attività sottostante;
- liquidità, abbastanza limitato in quanto i certificati sono quotati sul Sedex che è un mercato regolamentato. La presenza di un Market Maker garantisce un prezzo denaro ed un prezzo lettera con spread limitati. Questo permette facilmente la negoziabilità dei certificati.
Dal punto di vista della fiscalità sono strumenti molto efficienti.
Uno dei motivi per cui i Certificates hanno grande appeal verso gli investitori è rappresentato dalla distribuzione di cedole periodiche (coupon). I Certificates di recente emissione hanno cedole mensili o trimestrali. In anni di tassi a zero ciò rappresenta per tanti investitori un aspetto da non trascurare. Il reddito derivante dai Certificates è soggetto all’aliquota fiscale del 26%, ma le plusvalenze realizzate costituiscono redditi diversi.
In pratica puoi recuperare le perdite realizzate su tutti gli altri strumenti finanziari. Quindi le plusvalenze dei Certificates ti consentono di compensare le minusvalenze maturate su azioni, fondi ed ETF. E questo è un grande vantaggio.
E’ opportuno evitare l’acquisto dei Certificates in fase di collocamento
Pur ritenendo i Certificates un valido strumento da inserire in Portafoglio, sconsiglio l’acquisto di tali strumenti nella fase di sottoscrizione o collocamento. La banca e chi colloca questi prodotti applica commissioni che arrivano al 5% e anche oltre. Ciò significa che paghi 100 ciò che in realtà vale 95 o meno. E’ dunque meglio attendere il momento della quotazione al Sedex o al Cert-X, con un prezzo ufficiale di negoziazione.
Rappresentano una valida diversificazione del Portafoglio.
Il loro peso complessivo all’interno di un Portafoglio può variare tra un minimo del 10% ed un massimo del 20/25%. Trattandosi di strumenti complessi è preferibile evitare l’investimento “fai da te”.
Consulenza Vincente ha creato una gestione in Certificates con un obiettivo di rendimento medio annuo tra il 5 e 8% in un orizzonte temporale di 3 anni. Ad oggi l’obiettivo è stato sempre raggiunto e anche superato…
Se ti interessa approfondire l’argomento e vuoi saperne di più ti invito a contattarmi.
Fabrizio Taccuso