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I consulenti finanziari e l’offerta fuori sede

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Offerta fuori sede

L’offerta fuori sede e l’inquadramento del servizio di consulenza sono i temi più delicati e di maggior conflitto della Mifid 2.

Secondo il TUF (art. 30 comma 1), per offerta fuori sede di strumenti e prodotti finanziari “si intendono la promozione e collocamento presso il pubblico:

  • a) di strumenti finanziari in luogo diverso dalla sede legale o dalle dipendenze dell’emittente, del proponente l’investimento o del soggetto incaricato della promozione o del collocamento;
  • b) di servizi di investimento in luogo diverso dalla sede legale o dalle dipendenze di chi presta, promuove o colloca il servizio”.

Mifid 2 è la normativa comunitaria che dovrebbe entrare in vigore ad inizio del 2018. Ha lo scopo di  disciplinare e regolamentare i servizi finanziari. Avrà senza dubbio impatto significativi su imprese finanziarie, consulenti indipendenti ed investitori.

Offerta fuori sede. L'Ocf vuole i consulenti agli arresti domiciliari
Offerta fuori sede. L’Ocf vuole i consulenti agli arresti domiciliari

L’argomento è stato trattato sull’ultimo numero di Plus 24, inserto del Sole 24 Ore. L’articolo che alleghiamo titola “L’Ocf vuole i consulenti agli “arresti domiciliari“.

Non abbiamo mai trattare in questo sitoargomenti di carattere giuridico-legale. Siamo convinti che siano noiosi e di poco interesse per gli investitori. Ora vogliamo però enfatizzare l’argomento portandolo a conoscenza dell’opinione pubblica.

Il “sistema”, costituito da banche e reti di promozione finanziaria, sta cercando di far passare nel silenzio generale “una vera e propria porcata”. 

In cosa consiste tale porcata? Attraverso un’attività di lobbing e pressione nei confronti dei parlamentari,, il mondo bancario sta cercando di limitare ed imbrigliare l’attività del consulente finanziario indipendente. Vuole impedire la cosiddetta offerta fuori sede.

Sostanzialmente si vuole sopprimere l’ articolo 30-bis relativo alle modalità di prestazione del servizio di consulenza in materia di investimenti. In pratica eliminando tale articolo i consulenti finanziari indipendenti dovrebbero esercitare l’attività esclusivamente all’interno della propria sede legale. Questo per un motivo pretestuoso legato all’attività di vigilanza.

Ma come fa un libero professionista ad esercitare la propria attività esclusivamente all’interno del proprio ufficio?

L’attività di consulenza, come qualsiasi altra attività intellettuale, implica certamente un’attività fuori sede. Questo per meglio interpretare obiettivi, esigenze dei clienti, comprendere i loro bisogni e trovare gli strumenti ed i servizi finanziari più idonei a soddisfarli

Un provvedimento di tale portata va a ledere uno dei principi fondamentali, la concorrenza tra i vari soggetti.

Infatti agli ex promotori finanziari (ora consulenti finanziari abilitati all’offerta fuori sede) tutto questo è invece permesso.

Contrariamente a ciò che sta accadendo in qualsiasi Paese finanziariamente evoluto, la potente lobby bancaria sta cercando di ostacolare da anni e con ogni mezzo lo sviluppo in Italia dell’attività del consulente finanziario indipendente. Tra le altre cose hanno pure preteso che fosse cambiata la denominazione in consulente autonomo).

E’ evidente che una figura come quella del consulente finanziario indipendente dà fastidio al sistema:

  • è l’unico professionista in campo finanziario che sta esclusivamente dalla parte del cliente;
  • non vende e non colloca strumenti o prodotti finanziari;
  • non raccoglie denaro dai clienti e non entra in possesso delle loro disponibilità;
  • è remunerato esclusivamente dal cliente e non da banche o Sgr;
  • affianca il cliente stesso nella analisi e selezione dell’offerta dei prodotti bancari.

Come segnalato dal governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco, l’Italia si colloca all’ultimo posto tra i paesi europei per livello di educazione finanziaria. Solo il 37% degli adulti risponde correttamente ad almeno 3 delle 5 domande su concetti di base (interesse semplice e composto, inflazione, diversificazione del rischio).

Le grandi banche e le reti di promozione finanziaria vogliono mantenere la gente ignorante da un punto di vista finanziario. Questo permette loro di continuare a guadagnare ogni anno notevoli commissioni dalla montagna di risparmio ancora presente in Italia.

Un cliente poco evoluto è un bersaglio facile a cui si può rifilare ogni genere di prodotto costoso ed inefficiente. 

I danni provocati al risparmio degli italiani dagli scandali degli ultimi anni sono sotto gli occhi di tutti. Le vicende della Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca hanno bruciato molta ricchezza. E così dicasi per la Banca Popolare dell’Etruria, la Carige, la Carife e Banca Marche. Vogliamo parlare del quasi azzeramento del valore delle azioni Mps?

Dopo tutti disastri fatti il “sistema Banche” sta cercando di affossare con ogni pretesto l’unica professione che difende e tutela il risparmio degli italiani. Il consulente finanziario indipendente dà fastidio alle banche ed alle reti di promozione finanziaria.

La speranza è che gli Italiani siano intelligenti e capiscano tutto questo, facendo scelte intelligenti quando devono decidere a chi affidare il loro patrimonio…

Fabrizio Taccuso

 

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Una risposta

  1. Caro Fabrizio, caro collega, felice di vedere la difesa della nostra professione e in modo non autoreferenziale, se mi consenti la MIFID 2 c’ entra assai poco con noi indipendenti, forse coinvolge di più la parte tecnica che riguarda gli strumenti finanziari e come deve essere regolata la loro diffusione e collocamento che è comunque un argomento che ci interessa. Non posso che essere d’ accordo sia sull’ articolo illuminante di Ursino che sui molteplici ” buchi neri” che esponi e che ci riguardano da vicino in quanto se costoro sono così bravi a costruirsi delle gabbie sarebbe il caso che aprano il loro circo in sede ben diversa da quello che è e dovrebbe essere un rispettabile albo professionale, benchè obsoleto rispetto al resto d’ Europa, ma visto che tutti(?) lo vogliono che almeno abbiano la decenza di saper scindere bene le professioni e non generare ulteriore confusione, chiaramente a vantaggio delle lobby bancarie e delle case- prodotto.
    In merito alla vicenda, come sottolinei, di una maggiore evoluzione finanziaria in altri Paesi, l’ UK è sicuramente un riferimento anche in base all’ attuazione dell’ ultima direttivaThe Retail Distribution Review(RDR) che pare funzioni bene, senza contare che sui siti istituzionali, sempre in UK, come anche le Authority di controllo, è possibile cercare il proprio consulente indipendente, oppure un broker, un mediatore, ecc. Tutto questo alla luce del sole.

    Comunque se in Italia il sistema bancario e finanziario è governato dalle lobby esiste anche un’ altra tematica ma internazionale che è assai spinosa: le ” Banking Shadow” tema del quale si è parlato a lungo ieri a Roma in un seminario, deve c’ è stao chi non ha esitato a criticare gli organismi di viglanza, ma questo è un altro tema che andrebbe preso e approfondito in un altro modo.
    Buon lavoro e grazie del tuo contributo. BOB

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