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Come risolvere il problema della Sanità pubblica.

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Come risolvere il problema della Sanità pubblica

La Sanità pubblica italiana è ancora una delle migliori al mondo?

La Sanità pubblica sta diventando sempre più un problema. Sempre più spesso giornali e tv denunciano casi di malasanità.

Il compito del consulente finanziario indipendente è fare una corretta Pianificazione. E’ importante trovare risposte concrete anche a due grandi problematiche riguardanti il Welfare, ossia la Previdenza e la tutela dalla Salute.

Dell’aspetto previdenziale abbiamo già trattato in diversi articoli. Purtroppo sta diventando sempre più sentito il problema relativo alla sanità pubblica.

Oscar Wilde sosteneva che la salute è il primo dovere della vita.

La realizzazione di qualsiasi obiettivo personale o professionale passa dalla capacità fisica di ognuno di noi di essere un soggetto attivo e sano.

L’articolo 32 della Costituzione Italiana dichiara: “la Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività e garantisce cure gratuite agli indigenti”.

Purtroppo però tutti sappiamo che nella realtà questo non accade. Il disavanzo della sanità pubblica, i tagli dei posti letto, i lunghi tempi di attesa sono sotto gli occhi di tutti. Tutto questo causa disagi a chi vuole curarsi o tutelare la propria salute.

Dall’altro lato siamo di fronte ad un invecchiamento progressivo della popolazione che comporta costi e tutele maggiori. Il Servizio Sanitario Nazionale tende sempre più verso un progressivo disimpegno da quella che voleva e doveva essere la via maestra del pubblico assistenzialismo.

Ecco quindi che diventa indispensabile ricorrere ad un mix tra pubblico e privato.

Le strade per risolvere il problema della sanità pubblica sono due:

  • una molto più conosciuta che riguarda l’ambito assicurativo;
  • l’altra, poco conosciuta dalla maggior parte degli italiani, riguarda l’ambito mutualistico.

Per quanto riguarda le assicurazioni, in Italia le polizze sanitarie sono poco diffuse e rappresentano una minima fetta dell’intero mercato assicurativo. Solo il 4% degli italiani possiede una copertura volontaria. Altri, circa il 15%, possiedono una copertura collettiva derivante da un contratto collettivo nazionale.

In Italia non c’è la cultura della prevenzione e vengono richieste le polizze sanitarie solo quando “devono essere usate” con conseguente perdita della compagnia. Tutto questo si trasforma in costi più elevati per tutti.

Profondamente diverso è il discorso nel mondo mutualistico. Le Società di Mutuo Soccorso sono Associazioni, le cui forme originarie videro la luce intorno alla seconda metà dell’Ottocento. Nate per sopperire alle carenze dello stato sociale e aiutare così i lavoratori a darsi un primo apparato di difesa, trasferendo il rischio di eventi dannosi. Tra questi gli incidenti sul lavoro, la malattia o la perdita del posto di lavoro.

La Società di Mutuo Soccorso non sono assicurazioni.

Si ispirano ai valori della solidarietà e della mutualità volontaria, grazie ai quali garantiscono protezione ed assistenza sanitaria ai propri associati. Di conseguenza non sono orientate al profitto.

In ottica solidaristica, gli aderenti versano una quota che serve alle Mutue stesse per negoziare servizi sanitari a condizioni agevolate con cliniche pubbliche e private. A differenza delle compagnie di assicurazioni, imprese private che devono generare un utile, la Mutua è “società di mutuo soccorso” che riversa i benefici prodotti direttamente ai propri aderenti.

Per questo motivo non opera distinzione tra persone, applicando la stessa tariffa sia per il ventenne che per il sessantenne, a prescindere dalla professione svolta. Inoltre il contratto non può essere risolto unilateralmente dalla Mutua stessa qualora l’associato venga colpito da seria patologia.

Altro aspetto caratterizzante del mondo mutualistico sono i benefici fiscali.

Secondo l’Art. 15 del Tuir, può essere portato in “detrazione” il 19% dei contributi associativi versati da singole persone fisiche (con un max di € 1.291,14). Tale detrazione non fa cumulo con la detrazione prevista per polizze vita, infortuni o previdenziali.

Benefici fiscali importanti riguardano anche le aziende. Infatti l’art. 51 sempre del Tuir sancisce che non concorrono a formare il reddito i contributi di assistenza sanitaria versati dal datore di lavoro o dal lavoratore ad enti o casse aventi esclusivamente fine assistenziale, per un importo non superiore complessivamente ad euro 3.615,20.

Negli altri paesi europei forme di mutualità sono già diffuse da diversi anni, specialmente in Spagna e Francia. Sei francesi su dieci aderiscono a forme di mutualità, pari a circa 30 milioni di cittadini. Sulla base di tutte queste considerazioni è evidente che il mondo mutualistico, oltre a costituire un’ottima opportunità di tutela, prenderà sempre più piede anche in Italia.

Consulenza Vincente vuole dare risposte concrete ed efficaci a privati ed imprenditori nell’ambito del Welfare. Pertanto abbiamo deciso di collaborare con la prima Mutua italiana. E’ stato infatti creato un prodotto di tutela ad hoc per le famiglie, implementando il servizio erogato dalla sanità pubblica.

Tale prodotto è il migliore in assoluto in Italia per rapporto tra costi e coperture erogate.

Invitiamo pertanto tutti coloro che fossero interessati a contattarci per approfondire l’argomento.

Affrontare il futuro senza sorprese e con serenità dovrebbe essere il primo obiettivo di qualsiasi cittadino…

Fabrizio Taccuso

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