La volatilità è tornata ad imperversare prepotentemente sui mercati finanziari.
La volatilità è un indicatore che misura l’intensità delle variazioni subite da uno strumento finanziario.
Si era detto per mesi che il suo livello era ai minimi degli ultimi 35 anni e che, prima o poi, come una molla compressa per tanto tempo, sarebbe schizzata alle stelle. Ed è proprio quello che successo nell’ultima settimana!
A cosa serve la volatilità e come si misura?
Detto in modo più semplice indica la variazione percentuale del valore di un titolo, di un indice o di un portafoglio. E’ la misura dell’intensità dell’oscillazione del suo valore. La volatilità si misura in percentuale ed indica la distanza del prezzo di un’attività finanziaria dal suo valore medio. Per fare un esempio, se l’azione Alfa ha avuto una volatilità del 10% nell’ultimo anno, significa che la distanza del suo valore dal prezzo medio è stata di 10 punti percentuali. Da ciò si evince che a volatilità elevata corrisponderà variazioni di prezzo più ampie, mentre a una bassa volatilità corrisponderà un andamento del prezzo più stabile.
Altro esempio: la volatilità media delle obbligazioni più rischiose è comunque inferiore a quella delle azioni. La volatilità è dunque una misura del rischio che un investimento può comportare per l’investitore. Può essere misurata in molti modi. L’indicatore più noto è il Vix, definito anche l’indice della paura. E’ indiscutibilmente considerato l’indicatore principe dell’andamento della volatilità a livello globale e fin dalla sua introduzione nel 1993 rappresenta il barometro dello stato d’animo dei mercati.
Il Vix viene calcolato come media ponderata delle volatilità implicite di un basket di opzioni a 30 giorni sull’indice S&P 500. Alla fine della scorsa settimana il Vix è schizzato verso l’alto, a livelli che non si vedevano da parecchi anni.
Quale è stata la miccia che ha innescata un rialzo improvviso?
La cosa apparentemente paradossale è che stato un dato di mercato positivo sul mercato del lavoro Usa: il dato sul salario orario medio. La crescita è stata del 2.9% contro previsioni del 2.6%. Assieme al dato sui salari è uscito anche quello sui non farm payrolls. Il primo dato è fondamentale per poter calcolare il potere di acquisto del cittadino USA e ha effetti sul tasso d’inflazione. Il secondo dato misura la creazione di nuovi posti di lavoro. Perché dati positivi in senso assoluto hanno scatenato volatilità sui mercati? Dopo altri dati positivi usciti negli ultimi mesi, il fatto che anche i salari siano aumentati costringerà la FED ad alzare i tassi di interesse in modo superiore alle previsioni. Il Treasury decennale ( T Bond) ha toccato l’area 2,9% dopo tanto tempo.
Un aumento dei tassi comporta evidentemente che rendimenti più “sicuri” diventano più attraenti per gli investitori, proprio nel momento in cui i prezzi dei listini azionari erano già molto alti. Significa anche che privati ed aziende che hanno finanziamenti devono spendere di più per pagare la quota interessi.
Negli Usa poi sono molto diffusi meccanismi come il margine debt ed il carry trade. Nel primo caso gli investitori si indebitano per comprare azioni che mettono a garanzia degli stessi finanziamenti. Con il carry trade, invece, ci si finanzia nella valuta di Paesi in cui i tassi sono più bassi per comprare titoli di Paesi in cui i tassi sono più alti. Questo “giochino” ha fatto crescere per anni la Borsa Americana, gonfiando i mercati. Ma se proprio le Borse dovessero continuare a scendere, tutto dovrebbe essere velocemente smontato con effetti nefasti sull’azionario.
Quindi aumento tassi oltre le aspettative porta a discesa delle Borse e l’aumento della volatilità.
Sino alla scorsa settimana la volatilità era rimasta bassa anche per effetto degli algoritmi che ormai controllano i mercati. Gli algoritmi funzionano come piloti automatici che usano la volatilità come parametro per misurare i rischi. Quando la volatilità è bassa comprano azioni, ma quando si alza sono costretti a venderle. Per tanti mesi anche con i loro acquisti hanno alimentato i rialzi delle Borse, ma ora che la volatilità è cresciuta devono chiudere le posizioni azionarie e, in un meccanismo perverso che si autoalimenta, sono proprio le stesse vendite ad aumentare la volatilità.
Quindi la “finanza passiva” in questa fase ha determinato discese consistenti dei mercati. Il focus degli operatori si è spostato dal tema crescita al tema tassi. Per il momento l’economia reale è in una fase di crescita ovunque.
Passata l’ubriacatura del rialzo infinito delle Borse come bisogna comportarsi in questa fase di mercato?
I fattori che determinato il successo di una strategia di investimento sono tre:
- orizzonte temporale;
- diversificazione;
- efficienza degli strumenti.
Relativamente al primo punto è fondamentale avere ben chiari gli obiettivi per cui investi e soprattutto selezionare il giusto orizzonte temporale. Adottando una prospettiva di medio/lungo periodo darai meno peso alle oscillazioni giornaliere (il segreto per investire con serenità).
La diversificazione è invece il modo migliore per limitare la volatilità in un Portafoglio. Il movimento di alcune asset classi ridurrà quello di altre e questo permetterà al tuo capitale di crescere in modo più “sano” ed equilibrato.
L’altro elemento fondamentale in una fase di mercato caratterizzata da forti oscillazioni dei mercati e da tassi zero è la scelta degli strumenti da utilizzare. Troppo spesso quando analizziamo i Portafogli degli investitori vediamo che sono inseriti strumenti poco efficienti perché molto costosi e poco performanti.
I costi hanno un’incidenza elevatissima sul rendimento e le performance sono mediocri. Fino a quando i mercati continuavano a salire tutto veniva mascherato ed annacquato dai rialzi; ma quando i mercati si dimostrano più volatili o addirittura negativi i nodi vengono inevitabilmente al pettine. Le oscillazioni fanno parte dei mercati e del processo di investimento. Non puoi fare fare nulla per eliminarle.
A quel punto però devi trovare le migliori soluzioni. Se non hai le competenze, o il tempo, per fare tutto da solo hai due strade:
- andare da qualcuno pagato da altri per venderti dei prodotti;
- farti consigliare da chi è pagato direttamente da te
A te la scelta…
Fabrizio Taccuso