Come investire una vincita è l’argomento dell’articolo di questa settimana.
Come investire una vincita che cambia la vita è stato, prima o poi, il sogno balenato nella testa di tutti noi. Da quando c’era il 13 al Totocalcio ad oggi con il Superenalotto. E a qualcuno è capitato davvero! Peccato che troppe volte sia successo in passato che persone baciate dalla dea bendata, finissero per essere travolte dalla fortuna perché incapaci di saperla gestire. Pertanto, qualora ci trovassimo in queste ambite condizioni, sarebbe quanto mai opportuno imparare dagli errori altrui, per evitare che tocchi proprio a noi ripeterli.
A chi mi rivolgerò per la gestione del mio patrimonio?
Alla banca? Dopo tutto quello che è successo in questi ultimi anni, mi posso ancora fidare? Visto che i miei eventuali interlocutori bancari (Private Bankers e/o Promotori) sono pagati dalla banca stessa, ho la certezza che mi consiglieranno nel mio interesse? O piuttosto tenderanno a privilegiare l’interesse dell’azienda che li paga?
Coloro che avessero qualche dubbio, potrebbero però rivolgersi ad un interlocutore assolutamente alternativo: il Consulente Finanziario Indipendente. In quanto pagato dal cliente è privo di qualsiasi conflitto di interesse. Diventerebbe l’unico riferimento, sollevando il fortunato vincitore (o ereditiero) da qualsiasi incombenza di carattere finanziario e non, permettendogli così di godersi la sua fortuna.
Una grossa vincita (o eredità), non rende affatto superflua un’attenta pianificazione finanziaria.
Per sperperare tale somma, con i tassi a zero (o sottozero) e con i mercati così volatili basterebbe davvero poco, anzi pochissimo. Basta gestirli male, non gestirli affatto o fidarsi troppo…
Come investire una vincita
Per quanto concerne l’allocazione della vincita (o dell’eredità), in un momento di crisi e di perdurante deflazione come questa, hanno poco valore le canoniche percentuali di suddivisione degli asset. Ad esempio in situazioni normali è ragionevole ritenere che gli immobili possano raggiungere un peso intorno al 50% della ricchezza complessiva. Oggi, salvo necessità specifiche, gli immobili, oltre a complicare terribilmente la vita, tendono a perdere inesorabilmente valore.
In questa fase particolare, povera di opportunità e piena di rischi, non è neppure più pensabile poter vivere di rendita. In passato era possibile investendo gran parte della somma in obbligazioni. Un mix di obbligazioni governative, bancarie e societarie garantivano buoni flussi cedolari. Oggi è venuto totalmente a mancare il corretto rapporto rischio/rendimento: in pratica è rimasto solo il rischio, mentre è totalmente evaporato il rendimento.
La diversificazione del portafoglio
Lo schema classico di diversificazione tra obbligazioni, azioni e materie prime non garantisce più un ritorno adeguato.
E nemmeno un’adeguata diversificazione del rischio, in quanto, ormai da anni, questi asset non sono più decorrelati tra loro. Anzi quando vanno a picco le azioni, pure le obbligazioni scendono di prezzo. Qualcuno ritiene che potrebbe essere saggio detenere, in qualche cassetta di sicurezza, almeno un 8-10% in lingotti d’oro. E fino ad un quarto o più del capitale in banconote delle principali divise, non si sa mai…
Riguardo a questo, mi limito ad osservare che:
- i lingotti rappresentano un pessimo modo per investire in oro fisico. Questa modalità presenta forti controindicazioni (es. forte spread denaro/lettera e difficoltà nella negoziazione). Molto meglio utilizzare degli appositi strumenti finanziari, come gli ETC Physical Gold. Sono poco costosi, immediatamente liquidabili ed efficienti anche sul piano fiscale (redditi diversi compensabili).
- Relativamente alle banconote in valuta estera, vale esattamente lo stesso discorso. Inoltre bisogna considerare che l’Ufficio delle Entrate ha la possibilità di verificare la detenzione di cassette di sicurezza e i relativi accessi. Per la diversificazione valutaria è molto meglio puntare sulle Obbligazioni Sovranazionali, come ad es. Bei, Birs o World Bank. Hanno massimo rating (tripla A), sono agevolate fiscalmente (aliquota 12.50%) e sono espresse in divise alternative all’Euro (es. $Usa, $Canada, $Australia, Franchi svizzeri, Corone scandinave, ecc.). Naturalmente non bisogna esagerare, poiché con il rischio di cambio non si scherza.
Di una parte del capitale abbiamo detto, ma relativamente a tutto il resto?
Gli investimenti tradizionali proposti dalle banche (Gestioni Patrimoniali, Polizze, Fondi comuni), a causa di costi eccessivi, non riescono a generare un minimo di redditività. Da anni non esiste più il concetto di rendimento Free Risk (privo di rischio). Inoltre non sono più nemmeno in grado di proteggere adeguatamente il capitale.
Per quanto riguarda l’ambito assicurativo
Capita sovente di imbattersi in polizze ad alto contenuto finanziario (Unit Linked). Presentano un rendimento atteso (teorico) molto più basso rispetto alla somma dei costi annui addebitati (più che certi). Come dire: comunque vada, sarà un insuccesso! Un altro esempio di investimento deludente è rappresentato spesso dai Fondi Flessibili. Oltre ai costi non certo contenuti, tendono a comprare in presenza di bassa volatilità (e quindi a prezzi alti), per poi rivendere, per ridurre il rischio, quando la volatilità si impenna e i prezzi sono già scesi. Figuriamoci che performance potrà mai scaturire!
Si può tranquillamente dedurre che le ormai obsolete tecniche di gestione del risparmio non sono più adeguate ai tempi. Non solo non creano valore, ma tendono a distruggerlo. Le Banche Centrali, attraverso le continue iniezioni di liquidità, hanno dato una grossa mano a tenere in piedi l’economia mondiale. Ora però che i tassi sono stati portati sotto-zero, la festa è finita. Occorre un deciso cambio di passo e soprattutto si impone un cambio di strategia.
Una possibile risposta si chiama Long/Short. Tradotto significa che non necessariamente dobbiamo sempre essere esposti sui mercati. A volte è molto più consigliabile rimanere in buona parte liquidi. Mentre la parte investita è opportuno che sia allocata in modo neutrale rispetto ai mercati (Market Neutral).
Ciò significa che a fronte di attività lunghe e cioè acquistate (es. in settori difensivi), si pongono in essere altrettante attività corte e cioè vendute (es. indici di borsa in trend discendente). In questo modo il rischio sarà sempre sotto controllo. I mercati potranno salire o scendere, ma la cosa ci lascerà del tutto indifferenti!
Ma questa è materia troppo tecnicistica! Se abbiamo vinto, ereditato o, più semplicemente disponiamo di un milione di Euro, o di una cifra significativa, parliamone con un Consulente Finanziario Indipendente.
Si occuperà della gestione più efficiente del patrimonio e noi potremo goderci al meglio la nostra vincita (o l’eredità).
Fabrizio Taccuso