Cosa sono i Lazy portfolio?
Il lazy portfolio o portafoglio pigro è una soluzione di investimento basata su un’allocazione strategica di lungo periodo degli asset che compongono il portafoglio.
Le quattro categorie principali che compongono i portafogli sono:
- azioni;
- obbligazioni (titoli di stato);
- oro;
- materie prime
Tali asset class sono scarsamente correlate tra loro, hanno potenziali rendimenti e quindi anche rischi diversi tra loro e vengono ribilanciate periodicamente per mantenere le stesse caratteristiche del portafoglio.
Il lazy portfolio è costituito da una strategia semplice e minimale, adatta a chi predilige una gestione finanziaria quasi autonoma.
Investire può sembrare un’impresa ardua, specialmente per chi non desidera dedicare troppo tempo all’analisi di grafici e bilanci.
Uno dei problemi principali di un investitore è come scegliere gli strumenti per costruire il proprio portafoglio, dal momento che deve orientarsi tra infinite soluzioni offerte dall’industria finanziaria.
Una volta fatto è necessario “fare manutenzione”, muovendoci in uno scenario complesso e in continuo mutamento. Ogni giorno in tutto il mondo escono dati macroeconomici, ci sono le dichiarazioni delle Banche Centrali e negli ultimi anni abbiamo dovuto fare i conti anche con eventi esogeni che impattano fortemente sull’economia, come la pandemia e le guerre.
In questi frangenti siamo condizionati dal nostro stato d’animo e dalle nostre emozioni, ma anche dalle inevitabili pressioni esterne che derivano dai titoloni dei media, o dal “cuggino” che si dichiara esperto di Borsa. Ecco che le nostre decisioni rischiano di essere poco razionali e controproducenti.
Il Lazy portfolio non si cura di tutte queste variabili e mantiene la rotta, a prescindere da questi accadimenti. Avere un portafoglio pigro e quindi, in sostanza, non decidere può rivelarsi un approccio valido agli investimenti.
Obiettivo dei Lazy portfolio
Il termine “Lazy portfolio” è diventato popolare nel linguaggio degli investimenti per descrivere un approccio semplice che necessita di poco sforzo. Non ci si preoccupa troppo del contesto del mercato e della scelta di prodotti. Per questo non richiede conoscenze finanziarie particolari.
La strategia si fonda su una diversificazione attenta. Il portafoglio pigro è principalmente costituito da ETF (Exchange-Traded Funds) o macro-indici, che replicano l’andamento di indici o vasti segmenti di mercato.
L’obiettivo è di massimizzare il rendimento di ogni classe di attivi patrimoniali attraverso una diversificazione equilibrata con un’esposizione a tutti i settori macroeconomici essenziali. In questo modo il portafoglio può adattarsi a ogni trend di mercato.
E’ costruito con un numero limitato di strumenti a basso costo e richiedendo pochissima manutenzione è denominato appunto “pigro”.
L’orizzonte d’investimento è di lungo termine, almeno 10 anni. La strategia è basata sulla logica “Buy and Hold” (compra e mantieni) che, infatti, prevede l’investimento iniziale negli strumenti scelti con ribilanciamenti periodici.
Le origini dei Lazy Portfolio
Il concetto del “Lazy Portfolio” non è attribuibile a una singola persona come invenzione o ideazione specifica. Tuttavia, l’idea di un approccio di investimento semplice, basato su fondi indicizzati a basso costo, è stata fortemente influenzata dalle idee di Jack Bogle, fondatore di Vanguard Group.
Bogle era un grande sostenitore degli investimenti passivi e dei fondi indicizzati. Alla base di tutto vi é l’idea che gli investitori possono ottenere migliori rendimenti a lungo termine evitando la gestione attiva e soprattutto i costi elevati associati ad essa.
Sebbene Bogle non abbia “inventato” il Lazy Portfolio, nel senso stretto del termine, i suoi principi e le sue teorie hanno fornito le basi per ciò che molti oggi riconoscono come strategie di investimento “pigre”.
Queste strategie enfatizzano la diversificazione, i bassi costi e l’investimento passivo; tutte idee che Bogle ha promosso e reso popolari nel corso della sua carriera.
I Lazy Portfolio più famosi
Esistono molte versioni di Lazy Portfolio. In questo articolo ricordiamo i più conosciuti:
- All Weather di Ray Dalio
- Permanent Portfolio di Harry Browne
- Golden Butterfly di Tyler
- Larry Portfolio di Larry Swedroe
- Pinwheel Portfolio
All Weather di Ray Dalio
Il portfolio “All Weather” di Ray Dalio, come si evince dal nome, è stato concepito per essere adatto a tutte le stagioni e superare qualsiasi turbolenza di mercato.
Si basa sul principio della diversificazione delle asset class in base alla stagionalità, ossia alla fase di ciclo economico in atto: inflazione superiore al previsto, inflazione inferiore al previsto, crescita economica in aumento, crescita economica in calo.
L’obiettivo di questo portafoglio è creare una diversificazione che produca una crescita costante riducendo in modo drastico la volatilità complessiva.
La composizione è la seguente:
- 30% azioni
- 40% obbligazioni a lungo termine (20-25 anni)
- 15% obbligazioni a medio termine (7-10 anni)
- 7,5% oro
- 7,5% materie prime
Al 30 novembre il rendimento netto a 10 anni del portafoglio è stato del 4,74%, mentre a 30 anni è stato del 7,19%.
Permanent Portfolio di Harry Browne
Il Permanent portfolio è stato ideato da Harry Browne nel 1982. Segue un approccio difensivo e stabile. La filosofia di investimento si basa sulla capacità di produrre buoni risultati in qualsiasi fase del ciclo economico.
Le azioni assicurano ottimi rendimenti durante le fasi di crescita, le obbligazioni performano bene in momenti di deflazione, l’oro protegge quando c’è inflazione e, in momenti di recessione, la liquidità consente di salvaguardare il capitale.
La sua asset allocation è:
- 25% azioni
- 25% obbligazioni a lungo termine
- 25% obbligazioni a brevissimo termine o cash
- 25% oro
Il rendimento netto a 10 anni del portafoglio è stato del 4,86%, mentre a 30 anni è stato del 6,86%.
Golden Butterfly di Tyler
Il Golden Butterfly è uno dei Lazy Portfolio più conosciuti e apprezzati. E’ stato sviluppato da Tyler, un ingegnere meccanico appassionato di finanza.
E’ una rielaborazione del Permanent Portfolio. In questo caso però l’ideatore ha preferito esporsi maggiormente allo scenario economico della crescita tramite le società small cap.
La sua asset allocation è:
- 20% azioni a grande capitalizzazione blend (mix tra value e growth)
- 20% azioni a piccola capitalizzazione value
- 20% obbligazioni a lungo termine
- 20% obbligazioni a breve termine
- 20% oro
Il rendimento netto di questo portafoglio pigro a 10 anni è stato del 5,29% netto, mentre a 30 anni è stato del 7,46%.
Larry Portfolio di Larry Swedroe
Il Larry Portfolio prende il nome da Larry Swedroe che lo ha introdotto insieme a Kevin Grogan nel libro intitolato “Reducing the Risk of Black Swans” (Ridurre il rischio dei cigni neri).
La teoria alla base del Larry Portfolio, diverso dai precedenti, è di investire in due estremi di mercato, sia ad alto rischio che a basso rischio, evitando la via di mezzo.
In pratica hai un’esposizione alle azioni più bassa, ma verso asset ad alto rischio che generano rendimenti superiori. Ciò viene bilanciato da investimenti più sicuri (obbligazioni).
La composizione del portafoglio è la seguente:
- 15% Azioni Usa small cap value
- 7,5% Azioni small cap value internazionali
- 7,5% Azioni Paesi Emergenti Large cap
- 70% Obbligazioni governative americane a scadenza intermedia (3/7 anni).
Il rendimento netto a 10 anni del Larry Portfoglio è stato del 2,23%, mentre è stato del 5,81% a 30 anni.
Pinwheel Portfolio
Il Pinwheel portfolio, come dice la parola stessa è una girandola di asset class che compongono un mosaico piuttosto completo di investimenti.
Si tratta di un portafoglio bilanciato, composto per il 65% da azionario e 35% mixato tra altre tipologie di strumenti.
La composizione è la seguente:
- 15% Azionario America
- 10% Small Cap America Value
- 15% Azionario Internazionale
- 10% Azionario Emergente
- 15% Treasury Medio Termine
- 10% Treasury Breve Termine
- 10% Oro
- 15% REITs. (immobiliare)
Il rendimento di questo portafoglio pigro è stato del 5,16% netto a 10 anni e del 7,22% a 30 anni.
I vantaggi dei Lazy Portfolio
Come già accennato i principali vantaggi dei portafogli pigri sono dati da:
- Semplicità;
- Economicità;
- Diversificazione;
- Visione di lungo periodo.
Uno dei principali vantaggi del portafoglio pigro è la facilità di comprensione e di gestione. Non richiede una ricerca intensiva o il monitoraggio costante del mercato.
Gli strumenti a basso costo, Etf e fondi indicizzati, sono cruciali in questa strategia, poiché contribuiscono a massimizzare i rendimenti a lungo termine riducendo l’impatto delle spese di gestione e transazione.
Pagare meno significa avere un grande risparmio nel tempo e ottenere performance maggiori.
Un Lazy Portfolio è basato su una buona diversificazione che elimina il rischio specifico di singole azioni o settori e diminuisce la volatilità.
La strategia del lazy Portolio incoraggia gli investitori a pensare a lungo termine e a non farsi condizionare dall’emotività durante i normali alti e bassi del mercato.
Svantaggi dei Lazy Portfolio
Come qualsiasi altra cosa anche i portafogli pigri hanno il rovescio della medaglia. I principali svantaggi sono:
- scarsa personalizzazione;
- rendimenti più bassi nel breve termine;
- poca efficienza fiscale;
- compiacenza;
- esposizione a rischi sistemici.
Il Lazy Portfolio non tiene conto della situazione personale, degli obiettivi specifici o della tolleranza al rischio del singolo investitore. Può rivelarsi una soluzione che potrebbe non essere ottimale per tutti.
Noi parliamo sempre di pianificazione finanziaria perché qualsiasi soluzione di investimento deve essere tailor-made, ossia costruita a misura di investitore. Ciascuno di noi è diverso dagli altri per obiettivi, conoscenze finanziarie, psicologia ecc.; quindi qualcosa di standardizzato può “stare stretto” in certe circostanze.
Un portafoglio ampiamente diversificato può non performare quanto strategie più attive o concentrate in periodi in cui specifici settori o stili di investimento sono particolarmente in voga.
I Lazy Portfolio sono stati creati per i portafogli Usa e sono particolarmente adatti al loro contesto. In Italia la fiscalità penalizza gli Etf che, come tutti gli altri strumenti finanziari, creano minusvalenze quando perdiamo soldi, ma non consentono di recuperarle in caso di guadagni. Anzi pagano sempre l’imposta sul capital gain.
La facilità di replica della strategia può portare ad eccessiva compiacenza, con investitori che spesso non controllano o rivedono il loro portafoglio per lungo tempo, anche quando sarebbe consigliabile.
Last, but non least, è vero che la diversificazione riduce il rischio, ma un Lazy Portfolio è comunque esposto ai rischi sistemici del mercato che possono influenzare tutte le asset class.
Nel 2022 i forti rialzi dei tassi delle Banche Centrali hanno messo a dura prova tutti i portafogli pigri e l’efficacia della diversificazione. Molte asset class non hanno fornito protezione e sia l’azionario che l’obbligazionario (peggiore anno della storia) sono calati in modo pesante.
Nonostante il nome, il Lazy Portfolio All Seasons ha chiuso l’anno con -11,43%. Meglio hanno fatto il Permanent (-6,96%), il Pinwheel (-6,77%) e soprattutto il Golden Butterfly (-3,05%).
Tali differenze sono dovute alla loro composizione che ha penalizzato alcuni asset (obbligazioni a lungo termine in modo particolare) e ne ha premiato altri come oro e materie prime.
Asset allocation strategica e asset allocation dinamica
Abbiamo visto che l’essere sempre esposti al mercato può penalizzare in alcuni contesti particolari. Ecco perché una gestione più dinamica si può rivelare più vincente.
Ad esempio, noi di Consulenza avevamo consigliato a fine 2021 a tutti i clienti di ridurre sia l’azionario, che era sui massimi storici, che l’obbligazionario che in quel momento aveva rendimenti vicini allo zero. Il tutto aumentando la liquidità in portafoglio.
Ma per fare ciò bisogna essere indipendenti e non avere conflitto di interessi. E’ evidente banche e reti di consulenza non consiglieranno mai ai clienti di mettersi in liquidità, significherebbe rinunciare a un sacco di commissioni…
E’ sufficiente dire allora che i Lazy Portfolio non sono efficaci? Assolutamente no, meglio un portafoglio pigro composto da Etf piuttosto che la maggior parte dei fondi comuni, delle gestioni patrimoniali e delle polizze vendute agli sportelli delle banche!
Ogni investitore, dopo aver fatto una corretta pianificazione finanziaria, dovrebbe definire l’asset allocation strategica, ossia il mix di azioni, obbligazioni e asset reali che compongono la parte più importante del portafoglio. Questa parte può essere costruita con i Lazy Portfolio e non va mai eliminata, ma ribilanciata periodicamente.
A ciò si aggiunge l’asset allocation tattica che ha un peso minore e che va ad implementare la parte strategica in base al ciclo economico e alle tendenze del momento.
Va premesso, però, che ogni volta che aggiungo degli elementi alla mia strategia, aumento le variabili su cui devo prendere decisioni. Ciò significa incrementare lo stress e la probabilità di commettere errori causati dalla propria emotività.
Decidere di integrare un lazy portfolio con decisioni tattiche, da un lato può aumentare i rendimenti potenziali, dall’altro richiede grande esperienza pratica e una costante attività di aggiornamento che non tutti sono disposti a seguire.
Considerazioni finali
Non esiste dunque un portafoglio ideale che vada bene per tutti e in tutti i contesti di mercato. E non esiste una strategia di investimento perfetta. Ci sono portafogli e strategie idonei per determinati tipi di investitori con determinate conoscenze ed esperienze.
L’approccio migliore agli investimenti dipende da diversi fattori, tra cui la tua tolleranza al rischio, le conoscenze finanziarie, l’orizzonte temporale degli investimenti e gli obiettivi finanziari.
Di certo tentare di prevedere i mercati non si rivela mai una strategia vincente, anzi è molto rischiosa! Persino gli esperti spesso faticano a comprendere il comportamento dei mercati a breve termine in modo accurato. I Lazy Portfolio riducono il rischio associato alle previsioni di mercato errate e nel lungo periodo i risultati potrebbero essere migliori e meno soggetti a volatilità.
In sintesi, un Lazy Portfolio può essere una scelta eccellente per chi ha una strategia che punta al futuro senza essere sopraffatto dal presente.
E’ una guida per gli investitori individuali alla ricerca di serenità finanziaria in un contesto economico sempre più complesso.
Tuttavia, per coloro che cercano di massimizzare i rendimenti o che desiderano un approccio più attivo, potrebbe non essere la strategia più adatta.
A mio parere il fattore più importante quando investi è il tempo.
Un orizzonte temporale adeguato alla tua pianificazione finanziaria è l’elemento chiave che ti consente di avere successo. In questo modo la diversificazione che hai posto in essere esprime la sua efficacia nel modo migliore, anche attraverso momenti difficili di mercato.
Ma serve tempo e disciplina che è ciò che manca alla maggior parte degli investitori. Ecco perché serve un consulente finanziario indipendente.
Fabrizio Taccuso | Consulenza Vincente