Marijuana, il grande business legato alla sua legalizzazione è certamente uno dei temi più chiacchierati nelle ultime settimane, dopo il Bitcoin e le Criptovalute.
I valori delle aziende USA legate alla vendita di Cannabis per uso terapeutico sono cresciuti a due e tre cifre negli ultimi due anni e ora si sta iniziando a permettere anche l’uso ricreativo. In Italia se ne è iniziato a parlare lo scorso Luglio, mentre già tra quest’anno ed il 2018 la possibilità di fumare Marijuana a scopo ricreativo diventerà legale in Uruguay, Canada e in molti stati degli USA.
Nel 2015, il giro d’affari della marijuana medica in California è stato all’incirca di 3 miliardi di dollari e, secondo la società di ricerche Arcview, il fatturato complessivo dell’industria (che include anche la coltivazione e la vendita per usi alternativi) è stato di 7 miliardi. Con l’ormai prossima legalizzazione, si stima che il business possa crescere fino a raggiungere 22 miliardi di dollari nel 2020 e 50 miliardi nel 2026 nello stesso Paese. Se si guarda ai numeri dei potenziali fumatori, questi sarebbero circa 50 milioni negli USA e 7 milioni in Italia.
Per il fisco, in Italia come negli USA, la legalizzazione è un affare non da poco.
Ipotizzando una tassa del 25%, il fisco italiano incasserebbe fra mezzo miliardo di Euro e un miliardo e mezzo. A ciò andrebbero aggiunti i risparmi delle operazioni di polizia contro la criminalità e soprattutto, lo svuotamento delle carceri. Infatti circa un terzo dei detenuti è costituito da spacciatori. Il risparmio per l’Italia, secondo gli studiosi, sarebbe tra 1,5 miliardi e 2 miliardi l’anno. Su questo mercato anche se molto di “nicchia” si è concentrata l’attenzione dell’industria finanziaria che ha infranto il penultimo tabù: quello delle droghe terapeutiche. Il 5 aprile La società Horizons ha ufficialmente lanciato alla Borsa di Toronto il Medical Marijuana Life Sciences Etf, il primo ETF ad investire su un paniere di società che commercializzano marijuana a scopo terapeutico, replicando il Solactive’s North American Medical Marijuana Index. Tale ETF contiene al suo interno i titoli di 16 tra le maggiori società attive nel campo della marijuana terapeutica. Nei suoi primi giorni di contrattazioni ha polverizzato diversi record, a partire dai volumi. Infatti gli scambi medi giornalieri si aggirano sul milione di quote. Anche le masse gestite sono rilevanti: quasi 100 milioni di dollari canadesi, ossia 75 milioni di dollari statunitensi, un risultato notevole per un Etf così giovane e di nicchia.
Il “Cannabis Stock Index”, l’indice che misura le performance dei titoli azionari legati al mondo della Marijuana ha avuto un aumento del 175,3% nel 2016.
Alcune aziende sono riuscite a raggiungere performance stellari del +656% nello stesso anno. Le prime dieci (quotate in Nord America) sono Aurora Cannabis, Insys Therapeutics, Aphria, ScottsMiracle-Gro, Canopy Growth, GW Pharmaceuticals, Zynerba Pharmaceuticals, Cronos Group, CanniMed Therapeutics e Organigram. Le prime sei società dell’elenco pesano per circa il 60% del “clone”. Nel 2017 il mercato sta ritracciando, come spesso succede dopo questi forti rialzi, ma è un settore da seguire visti i presupposti; al primo segnale di recupero potrebbe essere l’occasione per rientrare dopo il primo forte movimento del 2016. Per chi volesse investire consigliamo una certa prudenza. Essendo un settore di “nicchia”, presenta una volatilità dei prezzi molto elevata. Inoltre non è adatto a tutti gli investitori.
Siamo a disposizione di tutti coloro che volessero approfondire l’argomento. Stay tuned!
Fabrizio Taccuso