Mercati finanziari: il bilancio del 2022 e le prospettive per il 2023

Qual'è stato l'andamento dei mercati finanziari nel 2022 e quali sono le prospettive per il 2023? Scoprilo nella nostra analisi!
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Il 2022 dei mercati finanziari può essere considerato tra i peggiori della storia degli ultimi 90 anni, a causa della concomitanza di forti perdite sia sul comparto azionario che obbligazionario.

Il forte rialzo dell’inflazione e dei tassi

Tutto ciò a causa del forte rialzo dell’inflazione e dal conseguente deciso aumento dei tassi attuato dalla Federal Reserve e dalle altre Banche Centrali.

Quasi sempre in passato quando il mercato azionario scendeva a causa di un aggravamento delle condizioni economiche, il comparto bond saliva grazie all’aspettativa di un ribasso dei tassi. Ciò consentiva di compensare o ridurre le perdite all’interno di un portafoglio bilanciato.

Ma questa volta i tassi nel mondo obbligazionario erano già a zero, o quasi, un po’ in tutto il mondo. Il tardivo e aggressivo rialzo dei tassi da parte delle Banche Centrali ha creato un formidabile vuoto di liquidità che ha provocato un re-pricing dei principali asset, compresi i bond, sia di breve che di lunga durata.

L’aumento dell’avversione al rischio ha provocato sui mercati finanziari un forte calo di indici come il Nasdaq, ma anche dei bond high yield e delle Criptovalute che sono stati gli asset che hanno subito le maggiori perdite come possiamo vedere nella tabella sopra.

2022: uno dei peggiori anni per gli investimenti bilanciati

Il 2022 è stato il terzo peggior anno dal 1931, se consideriamo il classico investimento bilanciato 60/40, ossia composto per il 60% da azioni e il 40% da bond.

In pratica l’anno scorso è stato uno degli anni peggiori per le azioni e il peggiore anno di sempre per le obbligazioni di tutto il mondo.

In questo grafico possiamo comprendere l’entità del rialzo dei tassi attuato dalla Federal Reserve, il più aggressivo avvenuto negli ultimi 40 anni. L’elemento scatenante di tutto ciò è stata l’inflazione, che dopo decenni di letargo è schizzata a livelli che non vedevamo dalla fine degli anni ’70. In giugno l’inflazione Usa ha toccato il picco al 9,10%, mentre in Europa addirittura del 10,60.

L’inflazione a fine anno nei principali Paesi

Nel grafico qui sotto vengono riportati i tassi di inflazione a fine 2022 dei paesi G-20. Interessante confrontare questi dati con le previsioni fatte all’inizio dell’anno. Tutto è stato completamente stravolto da quanto accaduto, anche a causa dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia.

Al rialzo dei tassi Fed si è aggiunta un’ulteriore mossa restrittiva

Le manovre delle Banche Centrali

Dopo anni di espansione monetaria, attraverso acquisti di titoli di stato, le banche centrali hanno decisamente cambiato rotta, non rinnovando i titoli in scadenza presenti nei loro asset.

Ciò si è tradotto in sostanza in una riduzione di liquidità sul sistema che, insieme al rialzo dei tassi, ha rappresentato un mix diabolico per le attività finanziarie.

Nel grafico sopra evidenziamo l’andamento degli asset in pancia alle Banche Centrali dal 2007 (anno dello scoppio della bolla sub-prime) ad oggi.

E’ bastato un piccolo ripiegamento di tali asset, per generare sui mercati finanziari un vuoto di liquidità che nei numeri si è tradotto in una importante discesa delle valutazioni di tutti gli asset.

L’obiettivo dell’azione delle Banche Centrali consiste nel riportare l’inflazione in direzione del target prefissato al 2%. Secondo le proiezioni degli addetti ai lavori tale target dovrebbe essere raggiunto entro la fine del 2024.

L’unico settore che è salito nel 2022 è stato l’energia, grazie al forte rialzo del petrolio e del gas a causa delle sanzioni imposte alla Russia. Si è salvato anche il settore assicurativo che ha chiuso sostanzialmente in parità.

E’ stato invece particolarmente penalizzato il settore tecnologico, storicamente molto sensibile al rialzo dei tassi. I multipli alti della tecnologia hanno spinto gli investitori a vendere per posizionarsi su asset più sicuri e caratterizzati da rendimenti più alti.

Come hanno iniziato i mercati finanziari il 2023

Con l’inizio del nuovo anno i mercati finanziari sono ripartiti alla grande, come se nel 2023 si fosse resettato tutto e i problemi fossero spariti improvvisamente.

In pratica molti asset che avevano subito le maggiori perdite nel 2022 sono stati quelli più reattivi nelle prime due settimane del nuovo anno.

Le motivazioni sembrano da ricercarsi principalmente nella discesa dell’inflazione. In realtà le cause della partenza sprint vanno ricercate anche in altri fattori sia tecnici che fondamentali. Con l’inizio del nuovo anno, infatti, molti grandi investitori istituzionali, banche e fondi pensioni, ribilanciano i pesi degli asset detenuti in portafoglio.

Naturale quindi che per fare ciò si vendano gli asset finanziari il cui peso all’interno del portafoglio era salito molto, a vantaggio di chi, viceversa, si era ridimensionato.

Tutto quanto accaduto in queste prime settimane, per il momento, va interpretato con il giusto distacco e anche con un certo cinismo.

Quali premesse quindi per il mercato azionario?

I rendimenti dei bond vs i dividendi azionari

La differenza, a livello di rendimento, tra cedole da bond e dividendi ha sfiorato il 2%, ossia i massimi livelli dal 2008.

In pratica il rendimento delle cedole dei titoli governativi o corporate è attualmente superiore di due punti rispetto ai dividendi delle azioni.

Ciò significa che le azioni sono a oggi poco attraenti, anche considerando le aspettative in merito a una possibile recessione, in base a quanto stanno segnalando alcuni indicatori anticipatori.

I margini aziendali, come indicato nel grafico sopra, dopo aver raggiunto il picco nel post pandemia, favoriti dai tassi a zero, sono destinati a rientrare su valori inferiori.

Le cause vanno ricercate nell’aumento dei costi che non sempre le aziende riescono a scaricare interamente sui consumatori finali, ma soprattutto nell’aumento dei tassi che rende più gravoso il costo dell’indebitamento.

In passato le aziende hanno dimostrato di poter recuperare i margini attraverso un risparmio sul costo del personale. Tuttavia questa volta le condizioni sembrano nettamente diverse in quanto, rispetto al periodo pre-pandemico, mancano ancora 5 mln di occupati. In pratica le aziende non hanno problemi di esubero, bensì il contrario.

Il risultato di tutto ciò pertanto dovrebbe essere una riduzione degli utili di circa il 15 percento contro previsioni attuali che ancora sono ferme ad un +3.

Detto ciò, probabilmente, il mercato azionario nel 2023 non sarà privo di insidie. Ci sarebbero tutti i presupposti per non farsi facili illusioni. La volatilità e i cambiamenti di sentiment saranno fattori ben presenti fra gli investitori. Quindi sarà necessario per tutti noi armarci di pazienza, ma soprattutto scegliere al meglio gli asset più resilienti.

I rendimenti dei bond governativi

Se un anno fa i tassi a zero non offrivano alternative, oggi i Titoli di Stato presentano rendimenti davvero competitivi rispetto ai mercati azionari, basta vedere i BTP italiani.

Tuttavia anche in questo caso dobbiamo scegliere in modo oculato, considerando alcuni fattori.

In questa tabella puoi osservare i rendimenti, a varie scadenze, dei Titoli di Stato dei principali Paesi.

La cosa che balza all’occhio è che, ad oggi, i tassi di breve sono decisamente superiori rispetto a quelli a lunga scadenza lunga. Ciò è dovuto al fatto che il mercato si aspetta un ribasso dei tassi da parte delle Banche Centrali a partire dal 2024.

In realtà ciò deve invitare a fare anche alcune considerazioni dopo aver visto la prossima tabella.

Nei prossimi tre anni gli Usa dovranno rinnovare la metà del debito in scadenza

Presto il governo americano e altri Paesi dovranno emettere sul mercato nuovi bond e per importi storicamente molto elevati. Tutto ciò a causa della diminuzione della durata media delle emissioni avvenuta negli ultimi anni.

Infatti per gli Stati era più conveniente emettere titoli a breve termine con rendimenti nulli, piuttosto che pagare maggiori interessi su scadenze lunghe. Ma ora l’oste presenta il conto, dal momento che gli stati dovranno finanziarsi sostenendo un costo del debito ben più elevato.

La strada più agevole sarà inondare l’offerta di titoli a lunga scadenza perché, almeno in questa fase, hanno un costo inferiore rispetto a quelli a breve termine. La logica conseguenza sarà di incidere negativamente sulle quotazioni.

In pratica è opportuno investire sui bond ma con scadenze relativamente brevi, in quanto il pericolo potrebbe non essere ancora alle spalle, almeno per quanto riguarda bond oltre i 7 anni. In sostanza comprare bond con durata lunga potrebbe presentare un rischio di svalutazione delle quotazioni.

L’andamento dell’indice S&P 500 dopo i forti cali

Come sempre non vogliamo fare previsioni, ma solo semplici considerazioni basate su alcuni dati oggettivi che osserviamo. La buona notizia, se guardiamo al passato, è che ogni volta che abbiamo avuto momenti difficili si sono rivelate ottime opportunità di investimento per chi avesse un orizzonte di medio e lungo termine.

Le performance passate non danno garanzia sulle performance future, ma lo studio della storia può darci qualche spunto sul comportamento del mercato dopo cali importanti. Se prendiamo come riferimento l’indice americano S&P 500 prima del 2022 possiamo notare l’andamento dell’indice dopo 1, 3, 5 e 7 anni dai grandi cali.

Guardare al breve termine e ai dati macroeconomici che si susseguono ogni settimana, a mio modo di vedere è fuorviante e non porta da nessuna parte!

L’importanza della pianificazione finanziaria

Ognuno di noi dovrebbe porre in essere una corretta pianificazione finanziaria, coerente con i propri obiettivi e progetti di vita. Da lì scegliere poi strumenti efficienti ed efficaci che compongono la diversificazione di portafoglio.

In pratica devi eliminare tutti i prodotti, polizze assicurative, gestioni patrimoniali e fondi comuni inefficienti che ogni anno bruciano ricchezza! Non portano nessun valore a te, ma solo a chi li colloca o te li propone. Attraverso il nostro check up finanziario ti aiutiamo a fare proprio questa analisi.

Se sarai coerente con i tuoi obiettivi e utilizzerai il fattore tempo a tuo favore raggiungerai senza dubbio traguardi importanti investendo sui mercati finanziari.

Come dice qualcuno la performance degli investimenti la creano i mercati non l’uomo. Tutto ciò combinando opportunamente le varie asset class con una strategia e tanta disciplina. Proprio per questo serve un consulente finanziario indipendente.

Fabrizio Taccuso | Consulenza Vincente

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