Occhio al Portafoglio è il titolo della puntata di “Report” andata in onda nei giorni scorsi.
A Report Milena Gabanelli ha parlato di investimenti in diamanti, fondi comuni di investimento, polizze vita ed obbligazioni strutturate,
Si tratta di prodotti proposti ai risparmiatori da banche, promotori e Poste in forte conflitto di interessi, sfruttando la fiducia che tanta gente ancora ripone in queste istituzioni.
Consigliamo a chi non ha visto Report di guardare la puntata, ne vale davvero la pena…
Il quadro che ne è emerso della finanza italiana è piuttosto desolante.
Il “sistema”, costruisce ad hoc prodotti finanziari che vengono piazzati ai risparmiatori, allo scopo di arraffare quanto più possibile.
Ma se per chi fa il nostro mestiere si tratta di argomenti ampiamente noti (noi di Consulenza Vincente abbiamo scelto parecchi anni fa di schierarci dalla parte dei risparmiatori), i risparmiatori che hanno assistito alla trasmissione sono rimasti letteralmente allibiti.
Riassumiamo i casi più eclatanti. Si è partiti dalla vendita di diamanti in banca, prassi molto diffusa ultimamente. Proprio per mettere in guardia i risparmiatori, ad Agosto avevamo pubblicato un articolo al riguardo. Considerando che i tassi di mercato sono a zero, le banche hanno dovuto inventarsi nuovi modi per guadagnare e far quadrare i conti. Quindi si sono messe a vendere tablet, cellulari, ma anche qualcosa che fa presa facilmente sull’immaginario collettivo: i diamanti.
Vengono considerati erroneamente beni rifugio, in realtà il loro prezzo viene artificiosamente pilotato da due società che detengono il monopolio del mercato. Il risultato è che i malcapitati clienti che si fidano dello sportellista di turno pagano, quando va bene, il doppio del loro valore.
Raccontano a Report che si è arrivati a far pagare 7.000 euro per un diamante da mezzo carato che ne valeva solo 1700!!!
Emblematico è stato il caso della signora Clara, pensionata di 88 anni, alla quale sono stati rifilati fondi comuni, polizze vita ed obbligazioni strutturate. I solerti funzionari di Unicredit andavano a casa sua facendole firmare ordini di compravendita come se la signora fosse una trader incallita. Ogni volta che acquistava e vendeva, pagava a Unicredit salate commissioni: più operazioni faceva e più le commissioni si moltiplicavano. In 5 anni ha pagato ben 60.000 euro di commissioni, a cui vanno aggiunte le commissioni annue di gestione.
Il tutto ha comportato perdite che ammontano a diverse decine di migliaia di euro che, guarda caso, sono le commissioni intascate dalla banca.
Poi la mail del capo area di Ubi che invitava le filiali a far vendere i titoli di stato posseduti dai clienti e più adatti al loro profilo di rischio, ma per nulla profittevoli per la banca, per far comprare fondi comuni, polizze assicurative o prestiti obbligazionari emesse dalla banca stessa. Tali strumenti fanno guadagnare alla banca corpose commissioni, sia nella fase di acquisto che per tutto il periodo di mantenimento
E per finire la chicca conclusiva: un fondo di Mediolanum che ha un costo di entrata del 5,50%, più spese annuale di gestione del 3,18%.
In pratica tale fondo, nel primo anno, ha un costo di ben 8,68%. Un vero salasso per chi lo sottoscrive che deve sperare che i mercati salgano sempre solo per recuperare le commissioni pagate!
Quindi, come titolato dalla puntata di Report “Occhio al Portafoglio”! Purtroppo in Italia non esistono, per il momento, normative chiare che impediscono alle banche di anteporre sistematicamente il proprio interesse a quello dei risparmiatori. All’estero i risparmiatori vengono tutelati meglio e di più!
E’ stato calcolato che le commissioni intascate dalle banche ammontano a 20 mld all’anno, pari all’1,2% del Pil nominale italiano.
Secondo il rapporto del World Economic Forum, l’Italia nello sviluppo dei mercati finanziari è al 117° posto su 140 Paesi. I cittadini non si fidano, il costo dei servizi finanziari è il più elevato d’Europa, la CGIA di Mestre ci classifica come i più tartassati in commissioni bancarie.
Cosa può fare un risparmiatore?
Chiedetevi sempre da chi è pagato chi vi propone l’acquisto di un prodotto finanziario.
Se, come nel caso del consulente finanziario indipendente è pagato direttamente da voi, il suo interesse coincide sicuramente con il vostro.
Nel caso di banche, Poste e promotori prima viene sempre l’interesse di qualcun altro che li paga per venderti qualcosa. Occhio al Portafoglio e alle possibili truffe finanziarie…
Fabrizio Taccuso