Le polizze Unit Linked sono sicuramente i prodotti di investimento che in questi ultimi anni hanno avuto la maggior diffusione in banca, presso le società di promozione finanziaria e nelle compagnie assicurative.
Cerchiamo di capire innanzitutto che tipo di strumento sono. Le polizza vita di tipo “unit linked” vengono definite polizze ad “alto contenuto finanziario“. Il denaro, cioè il premio, che si versa al gestore (banca, SIM o compagnia d’assicurazione) viene cioè investito in quote di fondi di investimento. Tali fondi possono investire in una parte più o meno elevata di azioni.
Il rendimento della polizza è così legato al rendimento del fondo. Non ci sono garanzie di rendimento minimo. E nemmeno di capitale garantito.
L’esempio forse più semplice per far capire ai lettori tale prodotto è quello della Matrioska, in cui una “grande scatola” detto fondo interno ingloba altre scatole più piccole che contengono fondi comuni d’investimento. Questi possono investire sull’azionario oppure sull’obbligazionario così come in aree geografiche diverse.
Idealmente sarebbe un investimento completo, adatto alle esigenze ed ai profili di rischio più disparati. Aggiungiamo anche il fatto che le Banche ed i promotori le collocano facendo leva su aspetti assicurativi quali l’impignorabilità e l’insequestrabilità.
Peccato che di tutti questi ipotetici vantaggi il risparmiatore ne gode solo in casi particolari.
Vediamo il funzionamento nel dettaglio:
- il risparmiatore versa un importo (detto premio) in soluzione unica o dilazionata (pac), da cui la compagnia assicurativa trattiene un importo in % che varia normalmente tra un 2 e il 10% dell’importo versato (costo di caricamento o d’ingresso);
- oltre a questo un’altra parte (tra o,5 e 1%) viene trattenuta per la copertura caso morte;
- il fondo interno (una sorta di selezionatore) per questa attività richiede una commissione di gestione annua (tra 0,5 e 3%) del valore della polizza;
- i fondi selezionati hanno a loro volta ulteriori costi di gestione (gli stessi visti in precedenza per i fondi comuni d’investimento).
Tutto questo per avere una Asset Allocation molto statica, movimentata solo in funzione delle esigenze commerciali del gestore. Non si fa una vera gestione attiva! Se sommiamo i costi dei vari passaggi il risparmiatore sostiene costi elevatissimi a fronte di un prodotto poco trasparente e di scarsa qualità.
Tranne pochi casi le polizze unit linked sono quindi strumenti da evitare!
Fabrizio Taccuso