Promotore finanziario scappa con i soldi dei clienti: si perdono le tracce!
Ha destato molto scalpore nel mantovano la vicenda, diffusa in questi giorni, del promotore finanziario fuggito con i soldi dei clienti. Secondo una prima sommaria ricostruzione il promotore residente a Roverbella non sarebbe rintracciabile da almeno venti giorni. Avrebbe lasciato un buco di almeno 5 milioni di euro, alleggerendo i risparmi di parecchie famiglie della zona.
Roverbella è un comune ricco che si trova a nord di Mantova. E’ una realtà ancora prettamente agricola, ma con un buon tessuto artigianale ed industriale, in cui le persone si conoscono praticamente tutte. Il promotore scappato è persona molto nota in paese e nell’ambito parrocchiale. Pertanto godeva della fiducia e della stima di tutti. E’ stato definito un uomo tutto casa, lavoro e chiesa. Questo ha senza dubbio facilitato il suo disegno poco nobile e la fuga con una somma tanto elevata!
Come è potuto accadere tutto ciò?
E’ fondamentale conoscere le peculiarità di queste due figure.
Il promotore finanziario è un agente di vendita per conto di una banca o di una Sim, mentre il consulente finanziario è un libero professionista, al pari del commercialista o dell’avvocato. Di conseguenza, per iniziare un rapporto con un promotore, il cliente deve spostare fisicamente i propri quattrini dalla sua banca a quella per conto della quale opera il promotore. C’è quindi trasferimento materiale di denaro.
Nel caso del consulente finanziario indipendente, il cliente può tranquillamente continuare ad operare con la propria banca. Il CFI consiglia semplicemente la miglior allocazione del patrimonio dei propri clienti senza che vi siano spostamenti di denaro tra banche. A meno che non sia il cliente stesso a richiederlo espressamente per motivi di convenienza.
E’ evidente che dal punto di vista pratico e psicologico in questo caso il cliente è molto più tranquillo. Ha un supervisore al suo servizio che non gli vende nulla e gli consiglia solo gli strumenti più efficienti e più adatti a lui.
Il promotore di Roverbella ha fatto leva sulla conoscenza personale e sulla fiducia che nutrivano i clienti nei suoi confronti. Questo ha fatto sì che gli consegnassero direttamente contante o assegni bancari senza intestarli alla banca, come invece sarebbe previsto.
Precisiamo infatti che la Normativa vigente prescrive che il promotore:
- non possa ricevere denaro contante dal cliente;
- deve ricevere assegni bancari o circolari intestati esclusivamente al soggetto abilitato per conto del quale opera;
- eventuali bonifici devono avere come beneficiaria esclusivamente la banca e mai il promotore;
- ai fini della rendicontazione delle operazioni, può esibire o consegnare a quest’ultimo solo documenti elaborati dal soggetto abilitato per conto del quale opera.
In virtù di tutti questi passaggi, è evidente che per arrivare alla cifra di cinque milioni di euro, il promotore ha senza dubbio impiegato diverso tempo, durate il quale rilasciava documentazione e certificazioni fasulle.
Inoltre pare che gli stessi clienti, sempre in virtù del rapporto fiduciario, rilasciassero al promotore i codici di accesso e le password dei propri conti correnti. Questo ha permesso di trasferire cospicue somme dal conto dei clienti a quello del promotore.
E mentre i risparmiatori truffati ed increduli si stanno radunando per espletare le azioni legali del caso, sul conto del promotore girano le voci più disparate. Qualcuno dice che si sia rifugiato in un convento, altri invece che se la stia spassando in qualche spiaggia caraibica al fianco di un’avvenente giovane rumena.
Non è proprio la stessa cosa, ma questo è un altro film…
Fabrizio Taccuso