In questi giorni ci hanno scritto molti lettori relativamente al QE di Mario Draghi ed ai possibili effetti che potrà avere sui mercati.
Il Qe o Quantitative Easing è la manovra con cui una Banca Centrale, in questo caso la BCE, cerca di stimolare l’economia stampando moneta.
Concretamente da Marzo la BCE acquisterà ogni mese 60 miliardi di Euro di titoli di stato ed obbligazioni, emesse da privati, che abbiano rating almeno investment grade. Gli acquisti di titoli proseguiranno almeno sino a Settembre 2016, per complessivi 1.140 mld.
Mario Draghi non ha escluso che possano continuare, qualora per tale data non venga raggiunto il target di inflazione del 2%. Sono stati posti alcuni paletti invalicabili che il piano di acquisto dovrà prevedere. L’importo non deve superare il 33% del debito di ciascun paese ed il 25% di ogni emissione. La partecipazione delle singole Banche Centrali alla condivisione del rischio ‘emittente’ è stata posta al 20%.
Cos’ha comportato e cosa comporterà in futuro tale manovra?
Come sempre accade che i mercati tendono ad anticipare gli eventi ed a scontarli in anticipo. Già da alcuni mesi il cambio euro dollaro è sceso. Siamo passati da 1,39 di maggio agli 1,12 di oggi, con un calo di oltre il 19%. Questo favorisce ovviamente le esportazioni che, nel caso dell’Italia, sono circa il 30% del Pil ed il turismo in particolare.
Un altro effetto che già da tempo si è manifestato è la discesa dei tassi. I prezzi dei titoli di Stato e delle obbligazioni in generale sono saliti a prezzi stellari (i Btp hanno segnato i massimi storici). D’altro lato la discesa dei tassi ha portato l’Euribor ai minimi di sempre. Questo comporta minori oneri finanziari per le aziende e per chi ha debiti in generale. Quindi mutui meno cari per le famiglie, se stipulati a tasso variabile.
La decisione della BCE, anche se era ampiamente scontata, ha portato nuova linfa ai mercati azionari. Le dimensioni del QE si sono rivelate maggiori di quanto era previsto dalle indiscrezioni iniziali. L’indice Dax ha strappato violentemente al rialzo, mettendo a segno nuovi record storici. E ha trascinato al recupero anche gli altri indici europei. L’Italia, per ora, ne ha comunque beneficiato in maniera minore.
Che effetti avrà il Qe di Mario Draghi nelle scelte di portafoglio?
L’effetto principale è quello di aumentare strutturalmente la liquidità generale. A livello di scelte di Portafoglio andrà ridotta la quota di titoli obbligazionari dell’area Euro. A questo livello di tassi presenta più rischi che benefici. Questo andrà a favore dell’obbligazionario Paesi Emergenti e soprattutto dell’azionario Europeo. Considerando i repentini rialzi di questi giorni, è consigliabile entrare dopo correzioni dei mercati, suddividendo gli acquisti in più tranche. Riteniamo che possa essere strategico anche investire gradualmente in materie prime, dato che negli ultimi anni non hanno di certo brillato.
Questa enorme liquidità che si riverserà sui mercati corre il rischio di creare un’ulteriore gigantesca bolla finanziaria. Non c’è dubbio che sinora l’economia reale abbia beneficiato in ben pochi casi di tali manovre. Ne hanno beneficiato sicuramente le aziende quotate in Borsa e quelle orientate all’export.
Il Qe di Mario Draghi rappresenta certamente un regalo ai governi dell’area Euro. Nei prossimi 16 mesi potranno varare tutte quelle manovre strutturali e quelle riforme tali da tagliare la spese improduttiva e ridurre il deficit di bilancio.
Se il tempo passerà invano, certamente il conto da pagare sarà salato per tutti, con notevoli ricadute anche sui mercati finanziari.
Fabrizio Taccuso