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Schema Ponzi: cos’è, come funziona e come evitare la truffa

Scopri come funziona uno schema Ponzi, quali sono i segnali di avvertimento e come proteggerti da questa trappola finanziaria.
Cosa trovi in questo post:
Schema Ponzi

Lo Schema Ponzi è una truffa collaudata che ha l’obiettivo di ottenere in modo illegale ingenti quantità di denaro a spese di una moltitudine di persone che vengono raggirate e truffate.

Come nasce lo Schema Ponzi?

Lo schema Ponzi prende il nome dal suo ideatore, Charles Ponzi. 

Ponzi era un italiano (il suo nome di battesimo era Carlo Ponzi) che nel 1907 si trasferì in Canada a Montreal. Iniziò a lavorare come impiegato presso il Banco Zarossi, una banca rivolta agli immigrati italiani. Dopo qualche anno Ponzi riuscì a truffare circa 45 mila investitori con una speculazione sui francobolli, raccogliendo più di 15 milioni di dollari da un investimento iniziale di soli 2 dollari.

Chi organizza un Ponzi Scheme promette di investire i tuoi soldi e generare rendimenti elevati (molto superiori a quelli di mercato) con rischi minimi o nulli e nel più breve tempo possibile.

Ma i soggetti che organizzano la truffa non investono il denaro in attività produttive o finanziarie. I guadagni derivano esclusivamente dalle quote pagate dai nuovi investitori. In realtà non esiste alcun investimento o alcun bene o servizio, come contropartita del denaro dell’investitore. Ovvio che affinché la truffa possa continuare nel tempo è necessario reclutare sempre nuovi investitori con tecniche di manipolazione del consenso.

In pratica chi entra per primo in un business ottiene elevati ritorni economici a spese dei successivi investitori. Questi apportano il denaro necessario a pagare gli interessi di chi è entrato prima. Ecco perché viene definita catena di Sant’Antonio.

Il “giochino” funziona sino a quando si riesce ad attrarre nuovi aderenti che apportano nuovi capitali o comunque sino a quando le richieste di rimborso non saranno così elevate da superare gli introiti derivanti dalla truffa di altre vittime.

Man mano che si allunga la “catena”, e aumenta il numero degli investitori (vittime), il rendimento per gli ultimi investitori diminuisce sempre più. Quando, non entra più nuovo denaro il circuito si blocca, manifestando la sua natura di truffa.

Casi “storici” di Schema Ponzi

Nonostante sia passato più di un secolo, questo tipo di truffa si ripete con una certa frequenza.

Accade in tutti gli angoli del mondo, coinvolgendo spesso anche Vip dello dello sport e dello spettacolo. Qualche anno fa destò molto scalpore la vicenda di Antonio Conte, ex allenatore di Inter,  Juventus e della nazionale italiana.

Conte aveva investito 30 milioni di euro alla Kidman Asset Management, una società inglese che, oltre a non avere storia, non aveva un bilancio e nemmeno capitali. Infatti il capitale sociale era composto da una sola azione del valore di 1 Sterlina, intestata a un ex promotore finanziario italiano, tale Massimo Bochicchio, poi deceduto in un “incidente stradale”.

In passato il caso più eclatante di applicazione dello “Schema Ponzi” fu quello messo in atto dall’ex presidente del Nasdaq Bernard Madoff.

Fu accusato di una truffa da 50-65 miliardi di dollari perpetrata ai danni di divi del cinema e dello spettacolo, imprenditori, sportivi e persino primari banchieri di livello mondiale.

Schema Ponzi - Il caso Madoff - Truffe finanziarie - Catena di Sant'Antonio
Schema Ponzi, il caso Madoff (tratto dal sito di Borsa Italiana)

Anche in Italia possiamo ricordare parecchie truffe finanziarie. Tra le più note ricordiamo:

  • il marmo nero del Perù in cui caddero centinaia di persone tra cui Roberto Baggio, Billy Costacurta.
  • la truffa dei Parioli che coinvolse oltre 700 malcapitati frequentatori del prestigioso circolo Aniene, tra cui i fratelli Vanzina, il cantante Massimo Ranieri, calciatori e personaggi dello spettacolo.
  • la maxi truffa dei diamanti venduti a prezzi gonfiati da Intermarket Diamond Business e Diamond Private Investment, con la complicità di Banco Bpm, Monte dei Paschi, UniCredit, Intesa SanPaolo e Banca Aletti. Ha colpito migliaia di comuni cittadini e personaggi dello spettacolo di spicco come Vasco Rossi.

L’avvento di internet e lo sviluppo di sofisticate tecnologie ha ulteriormente facilitato comportamenti fraudolenti. Negli ultimi anni si è verificato un vero e proprio boom di truffe legate al Forex, al trading on line e ultimamente anche ai business collegati al mondo delle criptovalute, in particolare il Bitcoin.

In questi casi falsi broker contattano telefonicamente i malcapitati proponendo investimenti su piattaforme estere fraudolente e non autorizzate. Le vittime vengono invogliate con rassicurazioni e la promessa di grossi profitti, ricevendo falsi bonus per essere incentivati a versare altro denaro.

Attenzione però, perché se sei caduto in qualche truffa non è solo colpa del ladro. In parte è anche colpa tua perché ti sei fatto ingolosire da guadagni facili o altre promesse mirabolanti.

Come funziona lo Schema Ponzi

Le principali caratteristiche dello schema Ponzi sono:

  • la prospettata possibilità di realizzare ingenti guadagni in poco tempo e con poco rischio;
  • una documentazione fumosa, parzialmente coperta da segreto o caratterizzata da investimenti speculativi genericamente qualificati come di “alta finanza”;
  • partecipanti non competenti in materia finanziaria che hanno riposto una grande fiducia personale nell’organizzatore del sistema;
  • un’attività di investimento legata a un solo promotore o azienda o prodotto;
  • invito a leggere le numerose recensioni ‘pilotate’ e rilasciate online da altri investitori soddisfatti dei servizi offerti e talvolta da personaggi famosi;
  • pressione (anche dal punto di vista psicologico con telefonate insistenti) affinché l’affare si concluda al più presto;
  • elevatissima rischiosità che cresce con l’aumentare dei partecipanti e non viene percepita da chi ha aderito allo schema. La remunerazione regolarmente ricevuta nei primi tempi induce, infatti, a pensare che la partecipazione allo schema sia una seria e solida opportunità di investimento.

Come riconoscere ed evitare uno Schema Ponzi?

Ho individuato le 7 regole che ti aiuteranno a evitare uno Schema Ponzi:

  1. Migliora la tua educazione finanziaria. E’ importante investire su te stesso e sulle tue conoscenze, in modo da diventare consapevole delle scelte che fai. Se non capisci qualcosa perché è troppo complicato, lascia stare e non fare nulla!
  2. Scegli tra sicurezza e rendimento. Qualsiasi investimento presenta un minimo di rischio. Se con i rendimenti prossimi allo zero ti prospettano rendimenti del 5% al mese, è evidente che c’è un rischio alto! Maggior rendimento = maggior rischio = minore sicurezza!
  3. Non esistono soldi facili! Spesso ti sbandierano lo slogan della libertà finanziaria. Evita qualsiasi strumento o prodotto che ti promette arricchimento rapido con pochi spiccioli.
  4. Mai dare soldi da investire in contanti. Cerca di utilizzare solo strumenti tracciabili, come un regolare bonifico fatto a tuo nome su piattaforme regolamentate.
  5. Se ti pagano per “portare dentro” amici e conoscenti, scappa! Quasi sicuramente ti trovi di fronte ad uno Schema Ponzi.
  6. Prendi tutto il tempo che serve per decidere. Non devi fare nulla sotto pressione, nemmeno in banca!
  7. Chiedi sempre informazioni scritte dei prodotti o servizi che ti offrono. E, ovviamente, controlla le informazioni sull’intermediario che ti propone l’investimento. Fai sempre ricerche e cerca di capire quali sono le autorità e gli organismi di controllo che vigilano sulla società che ti ha contattato. 

Ad esempio, tornando alla vicenda di Antonio Conte, va detto che Massimo Bochicchio, il presunto truffatore, non risultava nemmeno iscritto in un Albo professionale. In Italia esiste un regolare Albo, tenuto dall’Organismo di Vigilanza (Ocf) in cui sono iscritti i consulenti finanziari che esercitano regolarmente l’attività.

Se poi scegli di rivolgerti a un consulente finanziario indipendente, sei assolutamente tranquillo, perché ti consiglia solo le migliori soluzioni, senza aver accesso alle tue posizioni bancarie.

Fabrizio Taccuso | Consulenza Vincente

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