Oggi facciamo un confronto tra Ftse Mib, Dax e S&P 500, al termine del primo trimestre del 2012, di solito il migliore per i mercati azionari.
Nonostante l’andamento sia stato comunque positivo per tutti, si è accentuata ulteriormente la dicotomia esistente tra i Paesi le cui economie crescono ed i Paesi come l’Italia, in cui l’economia è in recessione.
Nel grafico sopra abbiamo voluto confrontare l’andamento degli ultimi tre anni di tre indici:
- Ftse Mib, l’indice italiano (quello con le candele gialle e nere);
- S&P 500, l’indice americano (quello più in alto con le candele blu ed azzurre);
- Dax l’indice tedesco (candele arancioni e gialle).
Partendo con base 100 dall’aprile 2009, appare quanto mai evidente come, dall’inizio del 2010, il nostro indice abbia decisamente sottoperformato rispetto agli altri due indici. Ma la cosa più inquietante è che il divario si sta decisamente accentuando con il passare del tempo.
Chi avesse investito 100 euro tre anni fa, oggi ne avrebbe solo 67 se avesse investito sull’indice italiano, ma 117 se l’avesse fatto su quella tedesca e 127 su quella americana.
Non c’è nessun elemento, al momento, affinchè questo andamento possa modificarsi nei prossimi mesi.
L’economia italiana è in netta recessione, con ben 11.615 aziende che hanno già chiuso per fallimento. Inoltre il possibile aumento di due punti dell’Iva e le nuove misure di austerity andranno ulteriormente ad appesantire una pressione fiscale già altissima.
Anche da noi società quotate che continuano a dare soddisfazione ai loro azionisti (si pensi a Luxottica, Lottomatica e Brembo per citare qualche nome). Ma è evidente che nelle politiche d’investimento di ogni risparmiatore si deve tener conto di questa evidenza.
Il nostro Studio ha sfruttato decisamente tale andamento, attraverso operazioni long/short sugli indici che hanno generato rendimenti di notevole soddisfazione.
Per far questo bisogna avvalersi di un consulente finanziario indipendente che utilizza strumenti efficienti e flessibili ed occorre un’attenzione costante e continua ai mercati. Tutto questo non può essere garantito dalle banche tradizionali che erogano soltanto un servizio di mero collocamento di prodotti con l’obiettivo unico di generare commissioni a danno dei clienti.
Fabrizio Taccuso