Spese bancarie e commissioni varie sono voci di costo che riguardano la titolarità di un conto corrente e l’esecuzione di servizi che tendono ad incidere sempre di più sul groppone dei correntisti.
La mia attività di consulente finanziario indipendente mi porta spesso a seguire gli imprenditori e le loro Aziende. Il tessuto industriale italiano è caratterizzato da piccole e medie aziende gestite ancora a livello familiare. Spesso non esiste la figura del responsabile finanziario, che rappresenterebbe una voce di costo elevata, per cui uno degli impiegati dell’area amministrativa cura anche i rapporti bancari.
In questi casi le banche vanno a nozze! L’elenco delle spese e commissioni applicate è lungo:
- anche con i tassi ai minimi storici mi capita di imbattermi in tassi passivi sul conto ordinario al 10% o poco meno;
- quasi sempre c’è ancora la commissione di massimo scoperto, nonostante Draghi l’abbia dichiarata fuorilegge. Addirittura talvolta viene applicata anche sui conti tecnici come l’sbf o l’ant. fatture;
- viene inserita una generica voce di revisione pratica o commissione di affidamento anche di 200/300 euro;
- oltre che la spesa per la singola operazione (le aziende migliori hanno pacchetti a forfait), viene applicata anche una voce di costo per ogni corrispondenza inviata;
- quasi mai, salvo che su espressa richiesta dell’Azienda, viene consigliato il conto unico. In questo modo si pagano interessi sui conti tecnici anche quando non ce n’è bisogno.
Ovviamente tutto questo viene fatto dalle Banche in maniera più che consapevole! Da statistiche si sa infatti che buona parte degli estratti conto inviati, non viene nemmeno aperto dalla clientela. Coloro che aprono la corrispondenza un po’ per quieto vivere, un po’ per pigrizia, imprecano ma “metabolizza” queste inutili spese bancarie. Di quelli che vanno in banca a lamentarsi, sì e no il 20%, solo una parte limitata riesce ad ottenere storni e rimborsi, se non in seguito a minacce e proteste reiterate.
Queste sarebbero le banche italiane, le stesse che in molti casi hanno appioppato prodotti derivati, che, invece che proteggere, hanno creato notevoli perdite finanziarie. Tutto questo sfruttando l’asimmetria informativa tra banca e cliente.
Forse è tempo di dire basta e farsi seguire da chi ha davvero a cuore le sorti dei propri clienti…