Che cos’è l’inflazione?
L’inflazione è un generalizzato aumento dei prezzi di beni e servizi. Tale aumento diminuisce la quantità di beni o servizi che possiamo acquistare con i nostri soldi. Proprio per questo si dice che l’inflazione riduce il valore della moneta nel tempo.
Per misurare l’inflazione è necessario costituire un indice dei prezzi al consumo, ossia una media dei prezzi di un insieme di beni e servizi, chiamato paniere, che sia rappresentativo delle abitudini di consumo degli italiani.
In Italia la crescita percentuale del paniere di beni e servizi viene quantificato dall’Istat e tiene conto dell’importanza che i singoli prodotti e servizi hanno sul totale della spesa. La variazione dell’indice misura la variazione generalizzata dei prezzi, cioè l’inflazione (in caso di aumento) o la deflazione (in caso di diminuzione).
Gli effetti dell’inflazione
L’inflazione elevata impoverisce le persone. Aumenta i tassi di interesse rendendo più onerosi mutui e finanziamenti e più costosi gli investimenti. Aumenti prolungati dell’inflazione portano nel lungo periodo a una ridotta crescita economica.
Soprattutto l’inflazione colpisce i risparmi che hai accumulato nel tempo! Ne riduce il valore e il tuo potere di acquisto perché con i soldi che hai messo da parte puoi acquistare una quantità minore di beni e servizi.
Inoltre il tuo reddito, se non cresce come l’inflazione, avrà un valore reale minore.
Dopo anni in cui l’inflazione era prossima allo zero, dopo il Covid è tornata a salire con delle punte superiori al 12%. Concretamente se l’inflazione è al 10% su base annua significa che la media dei prezzi dei beni e servizi del paniere è aumentata del 10% rispetto all’anno precedente.
Quali sono gli strumenti finanziari e gli asset che tutelano meglio il tuo patrimonio dall’inflazione?
Noi italiani siamo un popolo di grandi risparmiatori, ma tenere il patrimonio parcheggiato in liquidità per lunghi periodi di tempo comporta un‘importante perdita in termini di potere di acquisto. Nel breve non hai l’immediata percezione, in quanto ti senti libero di poter investire in qualsiasi momento. Ma poi il tempo passa e a distanza di qualche anno, quando ti metti a fare due conti con carta e penna, ti accorgi del danno che hai subito.
Questo, in sostanza, è il prezzo salato che solitamente paghi per non sopportare le oscillazioni dei mercati (volatilità), preferendo un’illusoria tranquillità e sicurezza. E’ un po’ come la vecchia storia dei soldi sotto il mattone, come ben rappresentato nel film “Totò, Peppino e la Malafemmina”.
Sopportare un certo grado di volatilità è un esercizio al quale dovresti abituarti, se vuoi eliminare il problema inflazione.
Volatilità significa essere disposto a tollerare perdite temporanee, casomai si presentassero, con la consapevolezza di ottenere un rendimento più alto nel medio e lungo periodo.
Il primo step consiste nel conoscere il tuo fabbisogno di liquidità, ossia la somma da mantenere sul conto corrente per far fronte alla vita di tutti i giorni, considerando le entrate certe di cui puoi disporre e le spese ricorrenti. Stabilito ciò tutto il resto può essere investito nel tempo per valorizzare e proteggere il tuo patrimonio dalla svalutazione monetaria (inflazione).
Ecco dunque gli asset e gli strumenti finanziari che ti possono tutelare dalla svalutazione, ottenendo magari anche un premio per il rischio intrapreso.
Investire nel real estate
I periodi caratterizzati da alta inflazione, o meglio da tassi reali negativi, sono stati quelli più propizi per il mercato immobiliare (real estate). Forse ricorderai, ad esempio, il boom degli anni ’70, oppure il periodo tra il 2000 e il 2007.
In periodi di tassi reali negativi, molti decidono di comprare una casa al solo scopo di investimento, pensando che la volatilità non esista. Si tratta di un discorso puramente psicologico, di finanza comportamentale, perché gli immobili non hanno una quotazione giornaliera che ti fa percepire il rischio a cui siamo sottoposti. Non essendoci un prezzo ufficiale, non puoi percepire concretamente le oscillazioni di valore quotidiane. Tuttavia, per investire in immobili occorrono capitali spesso ingenti e non tutti possono permettersi investimenti in tal senso.
Nel grafico puoi intuire come il valore del mercato immobiliare (nel caso specifico quello americano) tenda non solo a difendere dall’inflazione, ma addirittura a dare una rivalutazione ulteriore. A patto di accettare anche periodi caratterizzati da ricadute fisiologiche, utili a limare gli eccessi che si creano in periodi di surriscaldamento.
Ad oggi, fortunatamente, esistono strumenti in grado di far partecipare al mercato immobiliare anche investendo capitali modesti. Ciò è possibile attraverso l’acquisto di società quotate o Etf real estate. Oggi sono presenti decine di ETF che investono nel mercato immobiliare di tutto il mondo. Il vantaggio di avere un investimento finanziario consiste nell’essere:
- maggiormente liquidabile (possibilità di negoziazione in qualsiasi momento);
- meno oneroso (niente notaio, imposta di registro etc);
- meglio correlato al mercato di riferimento;
- allineato ai valori di mercato.
Ti consiglio di affidarti comunque a un esperto. Nell’ambito di una diversificazione ideale il mercato immobiliare dovrebbe rappresentare una quota di circa il 30% del tuo patrimonio, compresa la tua abitazione.
Investire in Oro
Prendendo a campione la svalutazione del dollaro, dalla sua nascita in avanti, l’oro ad oggi presenta un valore reale di circa 1580/1600 che, ovviamente, tenderà a salire anno dopo anno in funzione dell’inflazione. Questa curva ascendente rappresenta il punto di equilibrio essenziale allo scopo di vedere se l’oro é scambiato al di sopra o al di sotto del valore reale.
In passato, infatti, le quotazioni hanno manifestato scostamenti dal valore reale fino ad un massimo del 30%, sia in negativo che in positivo. Ad oggi ci troviamo di fronte ad una maggiorazione di circa il 15%. Questa situazione è la risultante di tassi reali decisamente negativi, abbinati ad aspettative inflattive più alte.
L’oro in ogni caso tende a ricongiungersi al valore reale, ragione per la quale deve essere considerato come un asset finanziario in grado di difenderti dall’inflazione, senza aspettarti grandi rivalutazioni in termini reali.
Il grafico mostra che dal 2001 ad oggi l’oro ha dato risultati migliori rispetto agli immobili. Nel 2001 eravamo in presenza di una delle maggiori sottovalutazioni espresse dall’oro, che ad oggi non è più tale. Quindi giusto considerare l’oro come un bene rifugio, evitando di fantasticare oltre dovuto. Anche nel caso dell’oro ti consiglio l‘acquisto di strumenti finanziari quotati, gli ETC. Puoi trovarne in varie versioni, a replica fisica, a replica sintetica, con il cambio aperto e con il cambio coperto.
All’interno di un portafoglio il peso dell’oro dovrebbe avere un peso medio del 5%, con punte massime del 10% in periodi di forte sottovalutazione.
Investire in azioni
Il grafico mostra chiaramente come il mercato azionario, nel lungo periodo, sia decisamente più performante rispetto a quello immobiliare, a patto di sopportare una volatilità decisamene più accentuata.
Per esempio ad oggi, il rapporto tra azioni e immobili ci dice che siamo in un periodo di valutazioni non a sconto. Soprattutto in questo campo è preferibile farti affiancare da un professionista in grado di guidarti nella composizione di un portafoglio ben diversificato. E’ bene tener conto di fattori importanti, quali le correlazioni, al fine di ottenere il giusto rapporto tra volatilità e rendimento.
La percentuale ideale da destinare all’azionario si può aggirare tra il 25/30% ma può raggiungere anche il 50-60%.
Investire in bond inflation linked
In un periodo di tassi reali negativi, probabile scenario anche degli anni a venire, l’investimento in obbligazioni a tasso fisso non ti proteggerà dalla svalutazione monetaria. Esistono tuttavia strumenti finanziari che, oltre a garantire una cedola minima fissa, possiedono un’indicizzazione (in molti casi totale) al tasso di inflazione.
Nel grafico sopra possiamo osservare come l’ETF inflation linked abbia decisamente fatto meglio di un semplice etf a tasso fisso. Esistono inoltre anche fondi comuni d’investimento specializzati nel comparto bond inflation linked. Generalmente tendono a performare bene in periodi di espansione economica, mentre durante le fasi recessive sono preferibili i bond a tasso fisso.
La componente ideale di portafoglio da destinare alle obbligazioni dovrebbe essere di circa il 30%, suddivise tra bond inflation linked (ora prevalenti) e bond a tasso fisso (marginali).
Conclusioni
Questa la panoramica relativa ai principali asset e strumenti finanziari per proteggerti dall’inflazione. Ovviamente si tratta di una diversificazione ideale. Per trovare la diversificazione più adatta ai tuoi obiettivi e progetti di vita, va ribadito che è fondamentale affidarti a un professionista del settore (meglio se consulente finanziario indipendente) che ti consiglia gli strumenti finanziari più adatti al tuo profilo di rischio e alle tue esigenze specifiche.
Ti invitiamo a contattarci per un check up gratuito e per valutare insieme le migliori soluzioni d’investimento.
Fabrizio Taccuso | Consulenza Vincente