Il trust è il re degli strumenti di protezione patrimoniale per l’imprenditore e chi desidera mettere al riparo la propria ricchezza.
Nella mia quotidiana esperienza professionale incontro sempre più spesso imprenditori che richiedono una maggiore tutela del loro patrimonio. Si moltiplicano le responsabilità e i rischi imprenditoriali e professionali e in tutta Italia si vive la necessità di proteggere il patrimonio personale e aziendale con maggiore forza.
Il trust è uno tra gli strumenti che suggeriamo sempre più spesso assieme ai professionisti che seguono la parte legale all’interno del nostro team di consulenza. Lo suggeriamo ormai da una decina di anni. Non che prima non ci fosse, semplicemente era visto con una certa ritrosia, perché non era conosciuto da molti. Poi negli anni, le cose sono cambiate e complici anche i convegni e le attività di informazione, abbiamo abbattuto un po’ di scetticismo e il trust è diventato uno tra gli strumenti più utilizzati nella cassetta del consulente patrimoniale.
Cos’è il trust?
Il trust è uno strumento di pianificazione e protezione patrimoniale che consente al disponente di segregare tutta o parte della sua ricchezza. Ciò al fine di conseguire determinati obiettivi, come può essere la gestione della successione, la protezione di soggetti fragili, la prosecuzione del tenore di vita anche in presenza di eventi avversi.
Nello specifico, chi dà vita al trust, appunto il disponente, affida i suoi beni ad un trustee affinché questi li gestisca secondo ciò che è indicato nell’atto istitutivo.
Come funziona e perché si fa il trust?
E’ un istituto giuridico a cui si ricorre per salvaguardare il patrimonio familiare e farlo giungere intatto agli eredi. Può comprendere terreni o immobili, ma anche patrimoni finanziari e beni mobili.
L’effetto di protezione arriva dalla “segregazione” dei beni. Il patrimonio che costituisce il trust, infatti, è separato dal resto dei beni di famiglia. Un eventuale creditore, quindi, non può rivalersi dei beni inseriti nel trust.
Il trust è più versatile, meno rigido e più facilmente adattabile alle circostanze mutevoli nel tempo e ai desideri dell’imprenditore rispetto ad altri negozi giuridici come il testamento, la donazione e i contratti di famiglia. Se ben ponderato, consente di pianificare in modo preciso la successione in azienda, proteggendo il patrimonio dell’imprenditore dalle insidie insite nel passaggio generazionale.
Il trust e protezione dai debiti
Il trust è flessibile; individuato l’obiettivo, si possono scrivere le regole del progetto di protezione patrimoniale (asset protection trust), sempre che queste siano coerenti con il diritto italiano.
Preciso questo sin d’ora perché è importante.
Uno tra gli usi più frequenti del trust è quello per la protezione dai debiti: il disponente conferisce le sue proprietà immobiliari al trust, se ne spossessa riservandosi, magari, con la possibilità di utilizzarlo.
Qualora dovessero poi sorgere dei debiti e i creditori volessero aggredire questi beni, di fatto, il vincolo di segregazione imposto dal trust renderebbe vana qualsiasi azione creditoria.
Ma, attenzione: qui arriva però la legge italiana.
Questa segregazione deve essere fatta quando l’imprenditore o comunque il disponente è in bonis, ossia non ha pendenze. Se lo fa dopo, o all’inizio con i primi atti di messa in mora, la segregazione viene annullata.
Esistono 2 regole che noi consulenti patrimoniali ripetiamo spesso ai clienti: la prima recita che “Il debitore risponde dell’adempimento delle obbligazioni con tutti i suoi beni presenti e futuri. Le limitazioni non sono ammesse se non nei casi stabiliti dalla legge” (Art. 2740 cc. Responsabilità patrimoniale).
Il legislatore è chiaro: se ti assumi un debito lo devi onorare con tutti i beni di cui oggi sei proprietario e quelli di cui ne diverrai in futuro.
La seconda è contenuta nell’art. 2901: il creditore ha il potere di far annullare tutti quegli atti che il debitore abbia messo in atto per pregiudicare i beni a garanzia del suo debito.
In poche parole, se io debitore volutamente segrego l’immobile o ad esempio faccio una vendita fittizia pur di non far trovare nulla al mio creditore, questi può rivolgersi al giudice e far annullare l’atto di trust o la compravendita (azione revocatoria).
La legge, dunque, ti permette di proteggere il tuo patrimonio ma con adeguati limiti.
Inoltre, per far sì che il trust rimanga saldo, è necessario attivarsi prima che si possano manifestare dei debiti.
Inoltre, ci deve essere un obiettivo che la legge ritiene meritevole di tutela.
Pensiamo al genitore anziano che ha un figlio ancora minorenne avuto magari in seconde nozze; temendo per il suo stato di salute e volendo assicurare al figlio di poter abitare nella casa di famiglia, decide di disporre questo bene in trust mettendolo al riparo da qualsivoglia evento negativo.
Il trust e la successione aziendale
Il trust offre anche la possibilità di gestire in modo ordinato la successione aziendale, garantendo una transizione senza intoppi nel caso in cui l’imprenditore decida di passare le redini dell’azienda ai propri eredi. In tal modo, gli imprenditori possono proteggere il proprio patrimonio personale e assicurarsi che il futuro dell’azienda sia salvaguardato.
Partiamo dal trust successorio inter vivos. Si istituisce quando è ancora in vita il disponente, ma il conferimento dei beni nel trust è fatto solo al momento della morte del disponente e viene fatto tramite testamento.
Qual è il vantaggio di questo strumento?
Al momento dell’apertura della successione, non vi sarà la comunione ereditaria che è una tra le principali cause di conteziosi. I beni sono del trust, sono gestiti dal trustee secondo le volontà del disponente.
Inoltre, le imposte di successione verranno pagate solo al momento della devoluzione dei beni agli eredi che – ricordiamolo – non è automatico ma è stato programmato dal disponente.
Il trust e la sua adattabilità alle aziende italiane
La maggior parte delle imprese italiane è a matrice familiare e ciò rappresenta una criticità nel momento in cui si tratta di programmare il passaggio del testimone.
I fondatori fanno fatica a cedere il controllo dell’azienda, mentre i figli o fanno fatica ad emergere o, in caso opposto, se ne disinteressano.
Eppure, i vantaggi ci sono; gli strumenti per passare il testimone sono sempre più a favore dell’imprenditore.
Nel caso del trust; è adatto a pianificare la ricchezza tra i familiari dell’imprenditore e anche a garantire chi, tra gli eredi – ma non è detto – viene individuato con il successore del fondatore.
Con questo non voglio dire che si possa derogare alle regole della successione necessaria: anche in questo caso, il nostro diritto è chiaro, non possiamo scavalcare coniuge e figli.
Tuttavia, possiamo destinare una maggiore ricchezza ad un’altra persona attraverso la quota disponibile.
Il trust per la gestione del passaggio generazionale dell’impresa è utilizzato in situazioni di scarsa armonia tra gli eredi.
Pertanto, per evitare che alla morte dell’imprenditore si generino liti e contenziosi che possono condurre alla disgregazione del patrimonio e della famiglia, il fondatore, quando è ancora in vita, affida i beni al trustee affinché li gestisca nell’interesse dei beneficiari e secondo le sue direttive anche quando non sarà più in vita.
Il trust e i suoi vantaggi fiscali
L’utilizzo del trust offre numerosi vantaggi anche dal punto di vista fiscale per l’imprenditore.
Infatti, attraverso questa struttura legale, è possibile ottimizzare la fiscalità successoria, consentendo di ridurre al minimo gli oneri fiscali che potrebbero gravare sul patrimonio aziendale durante il passaggio ai successori.
Il trust permette di pianificare in modo strategico l’eredità dell’azienda, consentendo di sfruttare al meglio le agevolazioni fiscali previste dalla legge. Inoltre, grazie al trust, è possibile ridurre l’impatto delle imposte di successione sul patrimonio personale dell’imprenditore, garantendo una maggiore protezione e sicurezza finanziaria. In questo modo, l’utilizzo del trust non solo assicura la continuità aziendale, ma offre anche vantaggi significativi in termini di ottimizzazione fiscale.
In questo articolo vi ho indicato solo alcuni dei vantaggi che si ottengono dall’utilizzo del trust: la sua caratteristica principale è la flessibilità. Ecco perché è il re degli strumenti nella cassetta del consulente patrimoniale.
Se anche tu vuoi proteggere la tua impresa e il tuo patrimonio personale chiamami per una consulenza personalizzata.
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Fabrizio Taccuso | Consulente Finanziario e Patrimoniale Indipendente